mercoledì 17 settembre 2008

Preghierina della sera

Ora propongo di dedicarci all'oggetto della nostra passione sportiva, il grande NAPOLI,
alla vigilia di una partita topica, mettendo temporaneamente da parte un dibattito su un argomento cosi' importante, che Riccardo ha contribuito con la sua arguzia e conoscenza a rendere estremamente interessante.
Per cui vorrei dedicare due strofe propiziatorie al Benfica, a mo' della Cotica.

Una prece pel Benfica
sta' viggilia je aggia fa'
perche' in men che non si dica
chisto s'adda arricetta'.
Mo' gia' penso a Di Maria
ca nu guaio adda passa'
pero'-Padre- cosi sia,
senza troppo esagera'.
Sempe Reyes adda sta bbuono
'a salute c'adda sta
sulamente po' dimane
nun se fira 'e cammena'.
Nuno Gomez trovi pace
e una gran felicita'
ma si 'o vino po ce piace
nuje l'avimme fa 'mbriaca',
cu nu dribbling 'e Lavezzi
na canzone a Marekia'!!

Dammice da fa!

Il fatto che non ci sia questo senso di appartenenza che Napoli, come ex-capitale, ha mantenuto mentre il resto del regno borbonico sentiva invece gia' come giogo di cui liberarsi, (basta vedere la facilita' con cui Garibaldi con mille ferlocchi invase il regno) non significa che il resto del meridione stia bene. Possiamo certamente dire che e' finito dalla padella nella brace. Ma in ogni caso su queste basi non sara' possibile alcun consenso a una lotta per un ritorno a una situazione pre-unitaria.
Questo pero' non significa che non si possa fare niente, o tutto o niente e' una frase che a Napoli conosciamo bene e che ci serve sempre come scusa per lasciare tutto come sta.
La situazione gia' precaria e' certamente peggiorata da quando il nord fomentato per ragioni politiche nei suoi istinti piu' egoistici ha dato vita e numeri alla lega, che ha spostato, appoggiandosi al centro destra, l'equilibrio geo-politico della nazione.
Bene, davvero questa e' l'occasione per pigliare due piccioni con una fava, cioe' riequilibrare quell'assetto e creare una politica meridionalista, ma non volgendosi indietro, bensi' rivolta in avanti.
Per fare questo la strada e' la stessa che se volessimo fare una rivoluzione.
Si deve creare prima una coscienza civile e la dignita' di volersi liberare, come dici tu, da una condizione di colonialismo, non per farne un'altra, ma per portarci alla pari con l'Italia, o meglio con l'Europa migliore.
Quindi si deve creare una forza politica che spazzi via la vecchia classe dei nostri politici e che possa rappresentare le nostre istanze, combattere con armi pari gli interessi contrari in parlamento, governare localmente senza compromessi con criminalita' e corruzione.
Questa forza politica potra' svilupparsi anche in formazioni antagoniste al potere corrotto gia' in embrione, e sara' un segnale importante che quando si vota, se si vota, non si dia forza a quella parte che ci e' contraria, cioe' il centrodestra, ma sara' da cercare a sinistra fra quelle forze che si diano se non i nostri fini almeno le nostre priorita' morali. Meglio ancora sarebbe avere una forza del tutto nuova che ci sostenga nella nostra lotta, ma questo non e' nemmeno all'orizzonte per cui la ritengo un'ipotesi abbastanza lontana.
Per cui per me le priorita' sono nell'ordine:
Campagna di sensibilizzazione per il risveglio di una coscienza civile per la condizione di sottosviluppo e di sfruttamento da parte del nord.
Voto sempre orientato a sinistra per evitare di dare forza a governi contrari.
Sostegno a formazioni alternative che supportino le nostre istanze.
Creazione di una forza che ci rappresenti e difenda i nostri diritti in sede nazionale.
Cacciata della vecchia classe politica locale che ci ha governato favorendo corruzione sottosviluppo e criminalita', rendendosi complice col nord dello sfruttamento subito.
Attuazione di una politica che favorisca un reale sviluppo delle nostre terre, combattendo seriamente contro la criminalita' e il degrado economico.
Poi se alla fine- quando a Sud avremo una coscienza civile e politica patrimonio di una maggioranza capace di guardare all'interesse generale per primo e poi a quello personale- non ci sara' la possibilita' di imporre per via politica la volonta' nazionale di sollevarci dal degrado in cui ci hanno lasciato, solo allora, consci della nostra forza e uniti nella volonta' comune dalla strada fatta percorreremo la via dell'autonomia. Anche con la forza.

Se è vero....

Se è vero che tutto il Sud e anche tre province campane non hanno più problemi esistenziali che solo Napoli ha ancora, allora è tutto risolto ed è inutile continuare a discutere. Io ho sentito i ragionamenti degl'Ultras e ho visto lo sguardo dei camorristi e con quelli le parole non servono. Significa che i Napoletani, ebrei senza Libro, diventeranno tutti cittadini del Mondo e loro spoglie fertilizzeranno terre straniere. Quando una Nazione non ha figli disposti a combattere per la sua libertà, allora merita di morire.
Amen
L'unico motivo di consolazione è che miei occhi non contempleranno ancora per molto quest'Orda di schiavi senza Onore.

martedì 16 settembre 2008

'A sagliuta!

Tendenzialmente preferisco considerarmi un napoletano cittadino del mondo e di spingere nel mio piccolo verso l'unita' degli uomini difendendo le differenze. Convengo che attualmente viste le nostre condizioni si rimpianga la situazione pre-unitaria, purtroppo pero' la realta' e' un'altra.
Il popolo di cui parli, quella nazione e' morta 150 anni fa e non si ricostituira' mai piu', per evidenti motivi, le differenze fra le regioni meridionali sono incolmabili.
E' rimasta Napoli unica con quella speranza, manco piu' le altre provincie nutrono tali aspirazioni. Anche perche' a parte Caserta si puo' dire che le altre tre provincie stanno facendo passi avanti che Napoli stenta a fare.
Possiamo fare un'enclave tipo Sarajevo al massimo. A parte l'iperbole scherzosa per me si deve cercare di dare sostegno a forze nuove della nostra societa' anziche' abbandonarsi al qualunquismo o a utopistiche e irrealizzibili visioni.
Cerchiamo di favorire un'idea di riscatto attraverso le forze migliori e non compromesse col passato, che pensano davvero di poter cambiare in meglio la nostra terra. Non ci sono scorciatoie per una Napoli che torni agli antichi fasti, solo vicoli chiusi o una lunga e faticosa salita.

Se è un malato terminale.....

Se è un malato terminale, come dici tu, allora morirà in ogni caso. La pericolosità degli squali è una favola nata dall'ignoranza. Io non sono italiano e gl'italiani non mi considerano tale. L'annessione è stata una violenza e una truffa. Noi siamo sempre stati considerati una colonia e sempre siamo stati disprezzati come popolo sconfitto.
Io non mi ritengo meno capace di uno sloveno, un albanese o uno slovacco.
Comunque un Popolo, a meno che non ci sia un genocidio, può morire solo nello Spirito e le obiezioni di quelli che credono di poter cambiare la mentalità perdente e vittimistica con i buoni propositi, mi rende sicuro che è già morto. Adesso può solo risorgere e ciò ormai non dipende più, fortunatamente, da te e da me, ma dalla Storia.
Tra poco ci sarà il Confederalismo Fiscale (la Lombardia si fotterà 100 miliardi in più) e ciò significherà la distruzione finanziaria ed economica del Sud se consequentemente NON CI SARA' LA DIVISIONE DEI CENTRI DECISIONALI. Quindi dovremmo diventare una Confederazione; ma l' Europa non è un'Unione che DEVE diventare una Confederazione?

Fatti fattibili

Caro Riccardo, la tua e' un'ipotesi suggestiva ma inapplicabile. Come ho gia' scritto, e come le tue stesse parole confermano non c'e' alcun prerequisito che possa portare a questo sbocco, ne' militare ne' politico ne' sociale. Se pure per assurdo si potesse arrivare a questo sarebbe, seguendo il tuo esempio, come buttare un malato terminale in acqua in mezzo agli squali e sperare che sopravviva e giunga a riva.Noi siamo molto meno dell'Ossezia, nei termini di una speranza di indipendenza, perche' non siamo appoggiati dalla Russia (e direi, per fortuna) in un sistema esterno alle grandi alleanze occidentali. Non c'e' alcuna possibilita' di ottenere una secessione nemmeno nel lungo periodo, figuriamoci per la sola Campania.
Viceversa dobbiamo agire dal di dentro e il tuo appello per una presa di coscienza civile e' largamente condivisibile, continuiamo in questa direzione, appoggiamo chi vuole fare la nostra stessa strada, anche a livello nazionale e pretendiamo dai politici che voteremo (possibilmente diversi dai precedenti) il rispetto degli impegni presi. Questo anche con manifestazioni pubbliche e finanche estreme.

Rispondo

Caro Gennaro le tue soluzioni andrebbero e sono andate bene per il Nord, ma non vanno bene per il Sud.
Non è possibile nessun paragone con altre realtà europee come è assurdo qualunque paragone fra la Grande Napoli (3.500.000 ab. in 1000km2)con la Puglia.
Le tue soluzioni sarebbero andate bene 100 anni fa, adesso non più.
Qui bisogna ricostruire un Popolo, il Patriottismo, un'Autocoscienza inesistenti ormai da troppi decenni.
Il Popolo Napoletano del1860 non esiste più. Dobbiamo farlo rinascere; ma le medicine sono inutili palliativi. OCCORRE UN TRAUMA! Come Cenerella, per emanciparsi, uccise la matrigna così Napoli deve uccidere la Matrigna Italia.
Napoli era una Nazione che sapeva nuotare e glielo hanno fatto dimenticare vietandole l'accesso all'acqua per 150 anni.
Tu vorresti che imparasse con la paperella; è inutile: devi buttarla in acqua da una barca e dirle:"nuoti o muori".
La barca deve restare a poche bracciate e Napoli reimparerà a nuotare: io ho imparato così!
Occorre la Seccessione anche soltanto per la Campania!
Noi non siamo meno dell'Ossezia.

Una via d'uscita

Ragionando con Riccardo delle recenti avversita' subite dal Napoli- e di riflesso da Napoli- ad opera di un governo e di una giustizia di parte, venivamo alla stessa conclusione circa le cause divergendo sulle soluzioni possibili.
In breve(allargando il discorso sportivo a quello geo-politico), quanto era accaduto era stato se non preordinato certamente favorito e accentuato dagli organi del potere centrale, manovrati ad arte per scopi che possono supporsi essere di distrazione da quanto veniva legiferato in Parlamento.
La necessita' d'ingabbiare la magistratura perche' non nuocesse la casta, l'introduzione di un federalismo sempre piu' spinto a danno delle regioni piu' deboli, dopo che per un secolo e mezzo -dall'unita' d'Italia- niente di realmente efficace era stato fatto perche' il meridione si portasse alla pari del resto d'Italia.
Anzi il mancato sviluppo ha permesso di mantenere vivo un serbatoio di consumatori di prodotto interno e di manodopera concorrenziale, nonche' di far affluire voti ai principali partiti di governo grazie a un controllo ferreo del territorio attraverso le grandi criminalita'.
Questa simbiosi politica-criminalita' ha favorito tutti quei processi di degrado e
di mancato sviluppo che sono alla base della situazione attuale.
Per fare un esempio virtuoso basterebbe guardare a quello tedesco che e' riuscito
a IMPORRE uno sviluppo alla parte orientale in meno di un ventennio, favorendo un progresso che le nostre regioni non hanno avuto in 150 anni.
Questo il dato. Quali soluzioni?
Prima cosa che tendo ad escludere e' una via all'autonomia che mi sembra veramente
impercorribile: troppe le differenze tra le regioni venutesi a creare dall'unita' ad oggi. Non avrebbe senso proporre un modello di stato unitario come quello borbone che non raccoglierebbe alcun consenso fra le altri regioni, a parte l'impossibilita' di realizzarlo contro il volere del potere centrale .
Meno utopistico sarebbe un modello federalista, ma quale sarebbe il vantaggio per il meridione di un tal modello, auspicato soprattutto dalla lega?
In un meridione senza sviluppo, infrastrutture, grande finanza, privo di risorse naturali e svuotato da decenni di sottosviluppo, sarebbe un clamoroso autogol, un condannarsi a cadere a un livello economico dei paesi dell'est europa, con poche prospettive di un miglioramento nel medio e forse lungo periodo.
I problemi incancreniti nei decenni (come criminalita', occupazione, degrado ambientale, etc,) hanno bisogno di uno sforzo impossibile per un meridione allo stremo che cadrebbe solo in baratro ancora piu' profondo.
Purtroppo c'e' bisogno di un'azione congiunta di forze locali, nazionali e europee, nel senso di sfruttare gli aiuti comunitari per contribuire a questa crescita.
Naturalmente perche' questa azione e impiego di risorse e capitali non finisca nelle maglie della corruzione e della criminalita' si deve rifondare la politica a livello locale e nazionale.
Per fare questo c'e' bisogno di una nuova forza politica anche a carattere locale, che sulle orme di una Lega possa risvegliare le coscienze sopite delle nostre popolazioni. Acquistando nel tempo consenso e seggi in parlamento potrebbe imporre
una politica diversa che favorisca lo sviluppo che necessita alla parte svantaggiata.
Una strada lunga e difficoltosa.
Una via diversa sarebbe quella di appoggiare quelle forze alternative nazionali, che seppur non direttamente rappresentanti della istanze meridionaliste, contrapponendosi alla politica tradizionale per metodo e trasparenza, finirebbero per favorire quel processo di rinnovamento e di politica virtuosa utile ad aprire una nuova fase anche per il meridione. Anche questa e' ovviamente una via lunga e faticosa, ma non ci sono soluzioni rapide per problemi cosi' complessi.

domenica 14 settembre 2008

'A preghiera da siccetella (by Zebantide)

Siccome ha portato bene lo scorso anno...

Ne lu mare mio nostrano
jetta 'a rezza, capitano!
Tira 'ncoppa a tutto schiano
siccetelle 'e primma mano.
So l'addore da frischezza,
vive zompano dinta 'a rezza,
dint'e mmane l'accarezza
mentre me priparo 'o scherzo.
Siccetella, una parola
dice tu p'a squadra viola
gia' me basta chella sola
e 'o penziero me cunsola,
accussi 'nterra 'a sta rena
nun te porto pe' la cena
si stasera appena appena
nuje vattimmo 'a Fiorentina!!