martedì 29 novembre 2011

L'ombrello di Mazzarri, rapimento di Quagliarella di Gianni Puca

IL CIUCCIO CHE VOLA

 “Io uno come Denis non lo avrei mai fatto andare via”, ripete per l’ennesima volta Gennaro mentre inserisce la quinta alla vecchia Ritmo. “Ma se tu bestemmiavi Saint Denis ogni volta che si mangiava un goal lui e la porta”, replica Gaetano. “Ma che vuol dire? Però si impegnava, entrava a partita in corso e una volta segnava, una volta faceva un assist. Usciva dal campo sempre con la maglia sudata. E poi Saint Denis è uno stadio francese.” “Ma quello è stato lui che se ne è voluto andare”, si inserisce Vincenzo, cercando di mediare. “Quando uno tiene un contratto, tiene un contratto. Perché quei cadaveri che ci erano rimasti sullo stomaco dalla serie B, e che nessuno ha voluto manco gratis, non li abbiamo pagati lo stesso? Avevano un contratto e i contratti vanno rispettati. Chi protesta va multato e spedito in tribuna fin quando non viene a miti consigli”, ribadisce Gennaro, sempre più infervorato. “Ha ragione..,”, concorda Peppino, “…noi stiamo pagando ancora Rinaudo, che non sappiamo manco se è vivo o è morto. La Juve ci ha fatto il cavallo di ritorno”. “Comunque Denis oggi non vede nemmeno il pallone”, profetizza Gaetano. Al goal di Denis, Gennaro evoca nuovamente il santo che ha dato il nome allo stadio francese inaugurato durante i mondiali del ’98. Gaetano diventa giallo come la maglietta di Campagnaro, che nel frangente, per come striscia il pallone, più che un terzino sembra Capitan Ventosa. Qualcuno pensa che sia la maledizione di Aronica che si abbatte su tutti coloro che vengono schierati nel suo ruolo. Grava, Britos, Ruiz, Fideleff… Domizzi, tutti quelli che hanno occupato quella zona del campo si sono imbattuti in infortuni di gioco, fisici e… vabè, sorvoliamo. E sabato è toccato a Campagnaro, che prima ha preso una gomitata in faccia e poi ha provocato il goal di Denis. Il Napoli, però, non meritava di perdere a Bergamo, sia per l’equilibrio che si era visto in campo, sia per i soliti cori beceri e razzisti piovuti dallo stadio padano, che meritavano di rimanere strozzati nelle gole della minoranza deficiente che getta fango anche sulla maggioranza perbene dei bergamaschi. La reazione di Mazzarri sarà stata antisportiva, ma a Bergamo aveva cominciato a piovere subito dopo il goal di Cavani. Questo le tv padane non lo dicono. Mazzarri, che aveva già mal di gola per l’esultanza seguita ai goal di Cavani contro il Manchester, ha aperto l’ombrello. Ma quanti napoletani presenti allo stadio sabato hanno aperto l’ombrello per proteggersi dalla pioggia e dai cori squallidi che piovevano dagli spalti? Anche noi da casa, diciamolo, abbiamo aperto l’ombrello. “Un pareggio a A-ta-lan-ta non è da buttare sentenzia Gennaro”, mentre la Ritmo sbanda in una curva. “Martedì la partita contro la Juve sarà uno spettacolo nello spettacolo”, osserva Vincenzo, proprio mentre alla radio danno una notizia clamorosa. “Subito la gara con la Lazio, un commando di quattro persone mascherate, di bassa statura, ha rapito il calciatore della Juventus Fabio Quagliarella. Per il riscatto è stata chiesta la somma di undici ottilioni di dollari, pagabili in dodici rate. Il riscatto, secondo la lettera anonima lasciata dai rapitori sulla panchina della Juve, dovrà essere pagato a mezzo bonifico bancario su un conto intestato alla Banda Bassotti e il calciatore, in caso di pagamento della prima rata, sarà rilasciato martedì sera, verso le 23.00.Gli inquirenti sostengono che dietro la fantomatica Banda Bassotti, si nasconda in realtà il noto pregiudicato "Ignazio detto il torchio". Non si esclude, tuttavia, la pista della simulazione del rapimento da parte del calciatore stesso, che pare sia stato visto allontanarsi insieme a Toni e Iaquinta, che pure risultano scomparsi. Il prefetto, in un intervista rilasciata alla carta stampata, ha dichiarao che faranno di tutto per ritrovarlo prima di martedì sera e che la partita, l'aveva rinviata apposta per consentire a Quagliarella di giocare a Napoli".