sabato 9 ottobre 2010

Musica poesia e pallone

Visto che non c'e' il campionato, sciacquammece l'uocchje




qui parte della manifestazione

venerdì 8 ottobre 2010

Ogni limite ha una pazienza!








Chesta 'a dedico a Prandelli,
'o misterr da nazionale
italiana, "dei fratelli"
dice l'inno: che rinale.
So dduje mise c'a Marcello
nuje l'avimme salutato
cu e' pernacchi e 'e cuppetielli-
chillu grande scurnacchiato.
Ogni scusa vene bona
pe' chiamma' a quaccheduno
de strisciati o do Verona
ma si 'a maglia azzurra tene
nu difietto sempe 'o trova:
chist'e' luongo e chill'e' curto,
o ce vo' nu mese 'e prova
ma fernesce sempe stuorto.
Mio Prandelli je t'avverto
'a pacienza sta fernenno
cca' tenimmo l'uocchje apierte
e nisciuno sta durmenno,
'a passione e' ancora seria-
pe l'Italia cca' se tifa-,
ma si 'o Sud se sfasteria
po fernesce ca ve schifa.

giovedì 7 ottobre 2010

Con o senza salary-cap.

Il principale ostacolo al pareggio di bilancio e', per i club che ambiscono a posizioni di rilievo, il peso degli ingaggi, lievitati, a causa di una competizione senza freno fra i top clubs, oltre ogni ragionevole limite. L'Uefa che, per il fair play finanziario, si e' ispirata ai modelli statunitensi di sport-business (che hanno nel pareggio di bilancio lo strumento essenziale per ottenere un risanamento delle varie societa', e perfino un'aumento della profittabilita' del sistema), non hanno potuto ricorrere al salary cap per la difficolta' della normativa europea sul libero mercato.
Cio' nonostante ritengo che l'obbligo del pareggio di bilancio imporra' ai club che aspirano alle competizioni europee, e che sono anche i principali colpevoli del disastro attuale, un automatico freno alle aste sui cartellini, calmierando i costi in base alle necessita' di rientrare nei parametri imposti. E' chiaro che i clubs coi ricavi maggiori avranno sempre maggiori possibilita' di offrire migliori condizioni economiche e ottenere i migliori giocatori, ma non permettera' loro di sforare senza limite qualsiasi ragionevole costo, che inevitabilmente porta i prezzi di cartellini e ingaggi a un rialzo costante e irresponsabile, causando il dissesto di molti clubs, con ripercussioni ancora piu' gravi a cascata nelle serie inferiori. Ovviamente la Uefa dovra' vigilare affinche' i clubs che per perseguire i propri interessi cercheranno-INEVITABILMENTE- nuovi escamotages siano bloccati e puniti. Perche' come si sa, data la loro perenne voracita', fatta la legge troveranno l'inganno.

mercoledì 6 ottobre 2010

'O rre d'e' rimonte!






Se sape ca l'Inter e' troppo forte
pecche' tene tre squadre dint'a una;
'a Juve arape ogn'anno 'a casciaforte
e spenne e spanne solde a beverune.
Invece 'a Roma grazie 'e cunuscenze
s'appara sempe -'a faccia 'e chi fallette-
e p'o Milan l'arbitro ce penza
si Berlusconi 'e soldi nun ce mette.
Pe ll'ati squadre lassan'e mulliche
p'e' ffa scanna' ogn'anno comm'a cani
e a chi nu posto in Europa se fatica
c'avimma fa una sbattuta 'e mani.
Sarra' pecche' so' 'e parte- nun discuto-
ma 'o Napule sta 'ncopp'a tutte quante
pecche' fino all'urdemo minuto
cumbatte, segna e prov'a ffa 'e rimonte.
Pircio' de chesta squadra je su cuntento
pecche' nun e' maje morta e nun s'arrenne
e ogne jucatore va pe' ciento
pure si Dela 'e sorde nun 'e spenne.

martedì 5 ottobre 2010

Diego canta

I mercanti nel tempio.

Ripubblico un'intervista di un sito gobbo del giugno 2009, il cui nome e' tutto un'ammissione(quando si dice nomen omen...: "Ju29ro"), perche' voglio capire con voi a che punto e' adesso quella dichiarazione d'intenti di allora.
Platini che come rubentino mi e' sempre indigesto, ha comunque avviato una politica, forse dettata dalle necessita' stringenti di una crisi globale, che indica l'unica via sana per una ripresa economica ma soprattutto morale del pianeta calcio.
Leggiamo prima l'intervista per rinfrescarci la memoria.




"In esclusiva per Ju29ro.com, Michel Platini ci spiega come la UEFA guiderà il cambiamento.


- Buongiorno Presidente. Innanzitutto La ringraziamo per aver accettato di rispondere alle domande che la nostra Redazione Le ha posto su un argomento di estrema attualità, come il fair play finanziario e i bilanci delle società di calcio europee. In particolare si sente parlare spesso dell’elevato indebitamento complessivo della Premier League mentre, a nostro avviso, la situazione di squilibrio finanziario nei conti del calcio è di ordine globale e riguarda principalmente le società che fanno capo a proprietari facoltosi che hanno facilmente accesso al credito bancario; Qual è al riguardo la valutazione dell'Uefa?
La situazione di “squilibrio finanziario” è tipica di tutto il sistema calcio e sarebbe riduttivo ricondurla a singoli club o paesi. Si tratta di un problema europeo, che colpisce tutti i paesi, dalle grandi alle piccole nazioni calcistiche e che quindi richiede una soluzione a livello europeo. Le cause di questa situazione sono da ricercare negli obiettivi perseguiti dalle società di calcio e nella struttura delle competizioni a tutti i livelli. A differenza delle imprese “normali” la ricerca del successo sportivo è l’obiettivo principale di una società di calcio, non il profitto. Il successo sportivo genera sovente un ritorno economico importante che spinge le società di calcio a preferire la spesa nel breve termine a scapito di un investimento di lungo periodo. L’UEFA ritiene pertanto necessaria una riforma globale che dovrà correggere comportamenti orientati al breve periodo fornendo incentivi per ridurre i costi, in particolare quelli legati agli stipendi e ai trasferimenti dei giocatori.

- A fronte dell’indebitamento riteniamo necessario differenziare quello contratto a fronte di investimenti duraturi, come lo stadio, da quello utilizzato per finanziare la gestione corrente e la corsa verso ingaggi sempre più elevati e rose di giocatori sempre più "esagerate". Nella giusta battaglia che l'Uefa porta avanti si potrà tener conto di questa sostanziale differenza?

Certamente si terrà conto di questa sostanziale differenza. Il debito per se non è negativo. E` necessario però che il livello d’indebitamento sia “sostenibile” nel medio/lungo termine. Sostenibile, non in funzione della capacità finanziaria di facoltosi proprietari ma della capacità del club di generare reddito. La riforma fornirà inoltre incentivi volti ad aumentare gli investimenti nelle infrastrutture e nei settori giovanili.

- I bilanci delle società italiane in particolare sono poco trasparenti e spesso artificiosamente sostenuti perché, in molti casi, si fa ricorso a società controllate e/o collegate unicamente per far emergere utili fittizi come quelli rivenienti, ad esempio, dalle finte compravendita dei marchi. Bisognerà ricorrere a nuovi accorgimenti e nuovi controlli, per esempio sul Bilancio Consolidato; l'Uefa li ha già studiati e li metterà subito in atto?

L’UEFA ha previsto l’applicazione delle nuove norme a livello di bilancio consolidato. In futuro saranno previsti maggiori controlli volti ad aumentare la trasparenza. Si tratta di una questione complessa che deriva in molti casi dalla complessità delle strutture societarie e dei sistemi giuridici nei 53 paesi membri dell’UEFA.

- Abbiamo letto della costituzione da parte dell'Uefa di un Comitato (Panel) di Controllo Finanziario per Club che valuterà la concessione delle licenze per le competizioni internazionali. Questo controllo sarà operativo già da questa estate in vista della Champions 2009-10? La stampa ha riportato la notizia secondo la quale il Comitato valuterà se i rispettivi organismi nazionali (in Italia la Covisoc) hanno operato adeguatamente nella concessione delle licenze Uefa. Nel caso di controlli nazionali indeguati, cosa succederà? Si darà modo ad una società non in regola di adeguarsi gradualmente oppure può succedere che un Club possa essere ammesso alle competizioni nazionali e non alle competizioni Uefa?

Al Panel di Controllo Finanziario per Club spetterà il difficile compito di monitorare l’applicazione delle norme delle licenze da parte degli organismi nazionali e il rispetto dei criteri finanziari da parte dei club. Il Panel, che sarà operativo già nel corso della stagione 2009/10, disporrà di ampi poteri di controllo e potrà deferire l’associazione nazionale e/o i club alla commissione disciplinare. I controlli riguarderanno solo ed esclusivamente i club qualificati per le competizioni Europee. In caso di inadempienze è possibile che un club non sia ammesso alle competizioni dell’UEFA.

- Oltre ad un maggior rigore nei controlli sui bilanci, l'Uefa sta ricercando consenso su altre misure di fair play finanziario, prima tra tutte il vincolo nel rapporto tra spese e fatturato. Ha la sensazione che sia un obiettivo raggiungibile? Non c'è il pericolo che le grandi società europee si orientino per un loro campionato, una specie di Eurolega?

Riteniamo che il vincolo tra spese e fatturato sia un obiettivo raggiungibile. Non sarà semplice ma riteniamo sia necessario. Ci vorrà del tempo. I club dovranno imparare a competere con i “propri mezzi”. Dovranno ridurre le spese e aumentare le entrate. In molti paesi il sistema dovrà essere profondamente riorganizzato, e si dovrà agire in fretta altrimenti si rischia il collasso. Su questo tema delicato siamo in costante contatto con i presidenti dei club che ci sostengono in questa iniziativa perché hanno capito che le nuove regole che stiamo studiando non sono contro di loro, ma, al contrario, sono in loro favore. Le nuove regole dovranno infatti permettere di raggiungere un equilibrio finanziario di medio/lungo termine proteggendo i club dalla continua ed inesorabile lievitazione dei costi che sta portando molte società sull’orlo del fallimento. Siamo convinti che la riforma del sistema fornirà ai club nuove opportunità di sviluppo. Coloro che agiranno in fretta e sapranno sfruttare le nuove opportunità saranno avvantaggiati. Molti presidenti lo hanno capito e hanno già cominciato a guardare al bilancio con maggiore rigore che in passato e ad implementare politiche mirate per accrescere il valore del proprio club nel medio/lungo termine.

- Dei bilanci “gonfiati” si è parlato apertamente in Italia (e noi di www.ju29ro.com l'abbiamo documentato) di illeciti tollerati, cioè di operazioni tecnicamente non regolari in termini di normativa sportiva ma “tollerate” dall'autorità di vigilanza nazionale. A Suo avviso, c'è oggi una sensibilità diversa rispetto al passato nelle istituzioni, nell'opinione pubblica, negli sportivi stessi che renda possibile l'obiettivo di bilanci sostenibili e quindi la somministrazione di adeguate sanzioni per chi si rende responsabile di quelle operazioni
sportivamente illecite?

L’UEFA ritiene vi sia maggiore sensibilità in materia di rigore economico/finanziario. L’attuale crisi finanziaria ha evidenziato la vulnerabilità del sistema. Le società cominciano a capire che i ricavi non potranno crescere per sempre e le istituzioni sono preoccupate e richiedono maggiori controlli. Per esempio in Gran Bretagna una commissione parlamentare formata da rappresentanti di tutti i partiti ha richiesto una profonda riforma del sistema calcio. Anche altri paesi si stanno muovendo nella stessa direzione. E` un passo difficile ma fondamentale. Chi non sarà in grado di mantenere una politica sostenibile o si renderà responsabile di illeciti sportivi sarà sanzionato o privato di incentivi che verranno invece ridistribuiti tra coloro che hanno rispettato le regole ed adottato misure di fair play finanziario.

- Le società di calcio in Europa devono sottostare a regimi fiscali differenziati e vigenti nella nazione di appartenenza. Alcune di queste beneficiano di aliquote più basse con la conseguenza di una maggiore competitività nell’ambito del calciomercato. L’Uefa ha considerato questo problema e ha in programma di presentare proposte in sede Europea per eliminare questa importante anomalia che penalizza, ad esempio, le squadre italiane rispetto a quelle spagnole?

L’UEFA ha considerato la problematica dell’armonizzazione fiscale e auspica che i governi dei vari paesi dell’UE possano affrontare questa situazione che è molto complessa. Comprendiamo bene che dal punto di vista italiano la situazione possa apparire sfavorevole se paragonata ad altre realtà Europee. L’Italia però non è il solo paese in Europa con una pressione fiscale elevata; altri paesi affrontano il medesimo problema. Si tenga poi conto che più di venti federazioni dell’UEFA non fanno parte dell’UE e pertanto un’armonizzazione a livello UEFA sarebbe ancora più difficile. Non è poi l’unica anomalia. Per esempio importanti differenze tra i vari paesi esistono in materia di strutture societarie, modelli di ownership, regole sulla proprietà degli stadi oppure ancora in materia di ridistribuzione degli introiti televisivi. I club, a livello nazionale ed internazionale, non sono uguali e l’UEFA non può armonizzare i vari regimi fiscali e commerciali. Fair play finanziario non significa uguaglianza finanziaria ma capacità di competere con il proprio reddito tramite una politica finanziaria sostenibile nel medio/lungo termine.
"

C'erano molti punti condivisibili ma cosa e' stato realmente avviato e cosa anche parzialmente realizzato? Diciamo che passi fondamentali sono stati gia' fatti, dato che dal 2012 il fair-play finanziario sara' operativo, obbligando i clubs europei a ottenere un sostanziale pareggio fra costi e ricavi e la necessita' di attrezzarsi per tempo ha gia' imposto un mercato al risparmio in tutta Europa. Da qui lo strumento degli acquisti rateizzati dei cartellini piu' costosi, o il prestito con diritto di riscatto per evitare di investire somme importanti su giocatori che poi non sono adatti ai progetti societari. Ovviamente le societa' che hanno provocato il dissesto generale in nome di un successo ad ogni costo, dilatando i costi ben oltre i ricavi e mettendo cosi' fuori gioco tutti gli altri clubs, cercheranno di ostacolare un tale processo che sostanzialmente annullerebbe- anche se parzialmente- quel gap finanziario creato artificiosamente, se non fraudolentemente.
Un esempio di questa resistenza lo offre il richiamo che nel seguente articolo lo
stesso Platini fa -manco a dirlo!! - a Berlusconi, che di questa mala gestione in Italia e' stato il precursore e l'artefice.




"Il nuovo tormentone dei palazzi pallonari europei si chiama fair play finanziario: dal 2012 tutte i club dovranno spendere solo quello che guadagnano, puntando al pareggio di bilancio e di conseguenza ad una gestione più oculata.
L'obiettivo di ridurre i costi, e di conseguenza le spese, dovrà essere il primo obiettivo delle società, che saranno strettamente controllate a livello finanziaro (con tanto di sanzioni in caso di inadempienze).


Sull'argomento è tornato in questi giorni Michel Platini, che ha sottolineato come soltanto la Bundesliga è attualmente in regola a livello europeo. In Germania infatti "solo" il 51% dei ricavi finisce ai giocatori tramite gli ingaggi, mentre in Italia questo valore si attesta al 68% (uno dei più alti in Europa).
Il presidente dell'Uefa si è pure soffermato sulle due squadre di Milano e i loro rispettivi mercati estivi: "L'Inter condivide la filosofia Uefa e ha giustamente cominciato a modificare la sua strategia. Non è un caso che Moratti mi abbia più volte manifestato l'intenzione di ridurre i costi e di investire nella costruzione di uno stadio di proprietà".
Elogio dunque alla nuova polemica di Moratti, mentre per Berlusconi arriva un implicito avvertimento: "Il Milan? Se ha preso Ibra e Robinho significa che punta molto su di loro. Sono grandi campioni ed è normale che ricevano stipendi più alti. Berlusconi è un grande imprenditore e come tale sono sicuro che non avrà difficoltà a soddisfare le nuove regole".


Come si vede chi usa il giocattolo calcio solo per fini extra-sportivi non ha alcun interesse a invertire la rotta, ma se la maggioranza dei club sapranno imporre la logica del buon senso ai malandrini non rimarra' che adeguarsi o -molto piu' probabilmente- levarsi finalmente dai coglioni.

lunedì 4 ottobre 2010

IL NAPOLI HA FATTO 13!






Ieri dopo 13 anni dall'ultima vittoria sui romanisti il napoli batte cabala e avversario con una prestazione maiuscola.
La partita era tosta e indigesta, i giallorossi sono da anni una bestia nera e il derby del sud e' stato sempre una tripla nei pronostici della vigilia.
Ma stavolta e' proprio il caso di dire che abbiamo fatto 13 facendo bottino pieno e agguantando il secondo posto dietro Lazio e Inter.
Ecco, una nota di merito anche per nonno Reja capolista -pur temporaneo- alla faccia dei denigratori del nostro ex-timoniere.

Sul Napoli e questa vittoria ci sarebbe molto da dire: un'affermazione senza ombre, ma con tante difficolta'. Perche' la Roma e' venuta a giocarsela e i timori erano reciproci, ma la voglia di vincere gonfiava ambedue le squadre. Dopo un primo tempo in cui la Roma ha fatto molto possesso ma il Napoli ha avuto le occasioni migliori, nel secondo gli azzurri hanno disperso il branco di lupi con una serie di raids degni dei migliori incursori, fendendo la difesa avversaria con le volate di Lavezzi, Dossena, Cavani, Hamsik e Maggio, fino a bucare per due volte uno straordinario Lobont. E cosi' la festa al S.Paolo e' potuta esplodere in tutta la sua gioia, cosi' come per le strade di Napoli e nel mondo.
Una nota d'eccellenza per Mazzarri che nonostante il turn-over complicato sta riuscendo a gestire due competizioni, a inserire i nuovi portandoli a un livello sufficiente e a ottenere risultati importanti. Se riesce a passare il girone eliminatorio e a rimanere nei primi quattro in campionato questo 2010 sara' stato il suo anno-capolavoro. Poi nel 2011 babbo Dela- a partire da gennaio- ci deve pensare. Perche' sarebbe un delitto non rafforzare ulteriormente questa squadra e non provare ad osare di piu'.
FORZA GRANDE NAPOLI!

Chi non salta....



GIALLOROSSO E'!

domenica 3 ottobre 2010

IL DUELLO INFINITO

mettiamo il lupo in trappola