mercoledì 1 febbraio 2012

Per piacere, non ditelo più (di M.De Giovanni)


Breve glossario delle frasi che non vorrei mai più sentire:
1) La partita è stata condizionata da episodi.
Perché, quale partita non è condizionata da episodi? Un gol preso a vanvera, col lentissimo centravanti avversario che gira attorno al nostro centrale, è un episodio; l’ennesima palla che capita sul piede giusto del nostro uomo di maggior classe, che puntualmente la tira addosso al portiere, è un episodio; un rigore sbagliato, è un episodio; tre gol subiti da una squadra che ne ha presi una marea ed è in aperta crisi, sono tre episodi. Il calcio è fatto di episodi, come la vita, se è per questo.
2) Sei anni fa eravamo in serie C.
Vero. Ma ventidue anni fa eravamo campioni d’Italia. E la stramaledetta Juventus, salita in serie A insieme a noi e col grande limite di un ciclo completamente sbagliato con Del Neri, ha allestito una corazzata che si avvia a giocarsi lo scudetto fino all’ultima giornata. Quand’è che il passato diventa storia, e non se ne parla più? Grande merito a chi ha riportato gli azzurri al rango che gli compete, ma ricordiamo appunto che questo è il nostro posto; e che sei milioni di tifosi nel mondo garantiscono un gettito di amore, passione e soldi che non dev’essere tanto male, se i bilanci (gestione oculata, per carità, ma anche fatturato) chiudono puntualmente in utile.
3) Secondo il monte ingaggi, siamo al posto che ci compete.
E quindi abbiamo perso sei a zero col Manchester City e col Bayern, cinque a zero col Villarreal, quattro a zero con Milan e Inter. E naturalmente abbiamo battuto passeggiando Catania, Chievo, Novara, Genoa, Bologna, Siena, Parma e via così. Per non parlare del valore incrementale dei nostri giocatori, Hamsik quaranta milioni, Lavezzi trentuno, Cavani cinquanta: o conta solo lo stipendio? E poi, che ci fa l’Udinese lassù? Per favore…
4) La rosa numericamente è soddisfacente.
Numericamente sono in rosa Chavez, Fideleff, Lucarelli, Donadel, Santana. Bastava prenderli dalla strada, siamo convinti che Castelvolturno brulichi di soggetti dal nome esotico e dalla carnagione olivastra che farebbero miglior figura in tribuna o sul campo d’allenamento, se è per questo. Sarebbero costati meno e avrebbero avuto lo stesso impatto sulla stagione, e avremmo anche fatto un’opera di bene.
5) Non vogliamo bruciare i giovani.
E quindi Insigne va a Pescara, e già si programma per lui un secondo anno di purgatorio pur avendo ventun anni, e così Ciano, Sepe, Maiello. Nel frattempo i coetanei o giù di lì Fernandez, Fideleff, Vargas si gettano nella mischia senza aspettare nemmeno che capiscano una parola d’italiano, facendogli perdere ogni sicurezza. Questione di passaporto?
6) Privilegiamo la Champions rispetto al campionato.
E su che basi, si compie questa scelta? Ci sono concrete possibilità di vincerla, la Champions? Ne abbiamo la forza? Sia chiaro a tutti che noi tifosi, se a qualcuno interessa ancora cosa vogliamo, privilegiamo (o meglio, avremmo privilegiato) il campionato. Che quest’anno, per le crisi di identità e l’andamento lento di molte squadre, si poteva anche vincere. Se solo si fosse deciso di giocarlo adeguatamente.
7) Il nostro è un progetto che prevede una crescita costante.
Che tipo di progetto di crescita è quello che, dopo un terzo posto e una partecipazione più che onorevole alla Champions, prevede un piazzamento di centro classifica e forse un’Europa League ricavata dalla coppetta Italia? Eppure i valori tecnici della squadra di quest’anno dovevano essere superiori: l’anno scorso in panca c’era Yebda, che personalmente avrei tenuto, mentre quest’anno abbiamo un ottimo Pandev.
8) La Champions ha risucchiato energie, non essendo la squadra abituata a questo livello.
E perché mai allora si perde o si pareggia, giocando male, anche quando le partite della competizione europea sono così distanti? E soprattutto, i ricambi non erano stati definiti d’estate “più che adeguati” a sopportare lo stress del doppio impegno? E i successi europei non hanno aggiunto consapevolezza dei propri mezzi ed euforia almeno pari alle energie che hanno sottratto?
9)  Gli acquisti – civetta di extracomunitari come Koffi l’anno scorso e Kabine quest’anno servono a poter acquistare nuovi talenti.
E infatti in estate sono arrivati i luccicanti Chavez e Fideleff, senza i quali non so proprio come si sarebbe messa la situazione, quest’anno. Complimenti vivissimi per la lungimiranza e l’illuminata gestione tecnica.
10) In questa città non funziona un cazzo.
Unica frase consentita. Detta da un esperto.