giovedì 15 dicembre 2011

Il cavallo di ritorno....... di Gianni Puca


Clamoroso epilogo della vicenda relativa alla cessione di Quagliarella dal Napoli alla Juventus. La società piemontese, negli ultimi due anni, ha preso in prestito ben trentasei calciatori, per riscattare i quali si è ritrovata con un buco nel bilancio superiore al debito pubblico del Burundi. All’ultimo consiglio di amministrazione, pertanto, è stato deliberato non solo di cedere Marchionne alla Skoda e di mettere in cassa integrazione Marotta e Paratici, ma di rinunciare, seppur a malincuore, al riscatto di alcuni dei fiori all’occhiello dell’ultima campagna acquisti.

In verità, Agnelli, fino all’ultimo, aveva cercato di convincere De Laurentiis ad accettare, al posto delle ultime rate relative all’acquisto di Quagliarella, un carico di Fiat Dune a chilometri zero. Al secco rifiuto di De Laurentiis, il presidente juventino ha rilanciato offrendo Toni e Iaquinta, sortendo però una reazione ancora peggiore. Il presidente partenopeo, infatti, ha risposto all’omologo juventino che, grazie a Dio, l’emergenza rifiuti, a Napoli, da qualche mese è stata risolta, e che quindi non aveva bisogno di altri due bidoni. Da Torino, tuttavia, è giunta la clamorosa notizia che la Juve, considerate le difficoltà economiche, si trovava dinanzi al quasi amletico dilemma di scegliere tra il riscatto di Quagliarella e il lancio sul mercato della nuova Ritmo. Di ieri è il fax pervenuto al Napoli in cui Agnelli invitava la società partenopea a formulare un’offerta per riprendersi il bomber di Castellammare.
Considerati gli impegni di Bigon per la campagna acquisti di gennaio, essendo De Laurentiis occupato con la promozione del nuovo cine-panettone, e essendo indisponibile anche Chiavelli, causa il battesimo di un nipote, è stato il magazziniere del Napoli ad intavolare la trattativa con la società torinese. L’accordo è stato trovato in pochi minuti. La Juve ha restituito Quagliarella al Napoli, che ha trattenuto le rate già pagate, che corrispondevano quasi all’intero importo concordato. Non sono state comunicate le cifre ufficiali, ma pare che Quagliarella sia costato all’incirca quanto una Fiat Panda. Il calciatore, dopo aver constatato che Conte gli preferisce addirittura Extigarribia, ma soprattutto dopo l’accoglienza calorosa ricevuta poche settimane fa al suo ritorno al San Paolo, si è detto felice di tornare a casa e che il Napoli è uno step più avanti.
L'accordo ha soddisfatto tutte le parti in causa. Il Napoli ha trovato il vice Cavani a costo zero e potrà quindi investire i proventi della qualificazione Champions per l'acquisto di un grande centrocampista e di un difensore di levatura internazionale. La Juve non ha dovuto più cedere Marchionne alla Skoda e Quagliarella si è detto entusiasta della riuscita dell'affare, salutato da qualche sapientone come "il cavallo di ritorno". Il bomber stabiese, tra l’altro, ha ammesso di essersi pentito da subito di essere andato via dalla sua città, e ha confessato che lui non sapeva che a Juventus non ci fosse il mare.

domenica 11 dicembre 2011

La "Bolletta" di San Gennaro (ovvero “In the soul of your dead relatives”!) di Gianni Puca




“Gennà, ma tu giochi la bolletta da tifoso; è per questo che non vincerai mai una lira”, osserva Ciro, scrutando i pronostici del collega. “E poi il Padreterno ci ha detto mille volte che a noi sono severamente vietate le scommesse”, incalza Ambrogio. “Mamma d’’o Carmene, ma chisto so’ proprio doje ciucciuvettole. Fatevi i fatti vostri, e vi raccomando, non dite niente a Giuda”. “Ma addirittura il risultato esatto”, commenta Ciro. E poi, secondo te, l’Inter perde in casa con il CSKA?”, insiste Ambrogio. “Uè, sentite, se non tenete niente da fare, andatelo a fare da qualche altra parte”, li congeda Gennaro con  tono irritato. “Ambrò, e poi ti avevo chiesto la cortesia, quando gioca il Napoli, tu e Siro non vi dovete proprio far vedere; io non ci dovrei credere a certe cose, ma voi purtate proprio seccia”!
Intanto a Manchester, lo sceicco Mansur, dopo una notte d’amore con dodici amanti, si sveglia tutto allegro e canta: “We all live in a yellow submarine, yellow submarine, yellow submarine”. Tiene la faccia del gatto che ha già mangiato il topo. La sera prima della partita è stato a cena con un tedesco, un norvegese e uno spagnolo, che gli avevano assicurato che i suoi forti investimenti non sarebbero stati vani. Ci era rimasto male solo per il fatto che, mentre il tedesco e il norvegese si erano fidati della sua parola, e avevano concordato di rivedersi giovedì a pranzo, lo spagnolo aveva preteso un congruo anticipo.
Intanto, dopo anni di dominazione spagnola a Napoli, avviene un clamoroso capovolgimento storico. Vila Real, una città spagnola viene invasa dai napoletani e diventa completamente azzurra! Sulla cattedrale, sin dalle prime luci dell’alba, compare una bandiera del Napoli.
I tifosi dei Citizens sono convinti del passaggio del turno e alle sette di mattina sono già tutti ubriachi a cantare per strada: “We are the Champions”. I napoletani residenti a Manchester gli mandano silenziose bestemmie partenopee e parte in inglese, ma la scaramanzia impone il silenzio. A Napoli la gente si incontra per strada, si saluta e comunica con lo sguardo, ma nessuno dice una parola. I napoletani sono tesi come corde di mandolino. Sono carichi, hanno ettolitri di adrenalina che scorre nelle loro vene, ma quando si ha un appuntamento con la storia è inevitabile essere tesi.
Gianni, Gino e Maurizio sono partiti per la Spagna a bordo di un sottomarino rubato. Lo aveva rubato al nemico uno zio di Gianni, durante la seconda guerra mondiale, ed era ancorato sott’acqua, a Mergellina. I tre viaggiano tutta la notte, ma senza chiudere occhio. Gino continua a ripetere: “Io confido nel Bayern. Inglesi e tedeschi storicamente non sono mai stati alleati”. “Maurizio controbatte che tutti sono alleati dei petroldollari”. Gianni è d’accordo con entrambi, anche se le tesi sono apparentemente contrastanti; ma lui pensa che il Destino sarebbe stato troppo crudele se avesse portato milioni di malati fino a Lourdes per farli poi annegare nella fontana. Lui è da domenica che non parla, ma tiene un vulcano dentro. Chiude gli occhi e vede tutto azzurro. Poi li riapre e vede pescetti di tutti i colori che bussano ai finestrini del sottomarino.
Il Madrigal è la prova della recente dominazione napoletana in Spagna. I quattro terzi degli spettatori sono napoletani. Non è stato difficile per i napoletani spacciarsi per spagnoli, fare residenze false tra Valencia e provincia per acquistare anche i biglietti destinati al pubblico di casa. Gennaro sente la formazione del Villareal e si chiede se Bruno Soriano sia figlio di Filumena Marturano. Poi ascolta alla radio la formazione del Bayern, che schiera nove riserve a Manchester, e si chiede se Jupp Heynches non sia figlio di qualche collega tedesca della Marturano. Quando il City passa in vantaggio, sei milioni di bestemmie, in idiomi diversi, si levano nell’aire. In un condominio di Oldham street, dal quattordicesimo piano, parte un urlo che si sente nei restanti trentasei: “In the soul of your dead relatives”! Maurizio e Gino si guardano sconsolati. Gianni urla in silenzio. Mazzarri, intanto, sta per sostituire Inler, quando un calciatore spagnolo gli si avvicina a bordo campo. Per la prima volta nella storia, un allenatore commette un fallo da espulsione su un calciatore. Pochi minuti dopo, Gokhan Inler, che aveva segnato l’ultimo goal proprio al Napoli, e che da allora aveva mostrato una precisione non superiore a quella di Gargano e Sola, lascia partire un missile terra - acqua che buca il sottomarino giallo! Ciro guarda Gennaro, che gli fa l’occhiolino e poi comincia a correre sopra ai sediolini di tutto lo stadio. Maurizio si ritrova in braccio a Gianni, che a sua volta si ritrova in braccio a Gino, che sente immediatamente che dovrà cambiare il disco alla propria ernia. Mazzarri, in tribuna, bacia uno spagnolo sulla bocca, che subito dopo gli chiede di sposarlo. Il Madrigal sembra una succursale dei quartieri spagnoli, le tribune tremano. Gianni si vede già sul prato, insieme a tutti gli altri, gambe all’aria. Ma per fortuna questa volta la tribuna non cede. Napoli esplode di gioia. Nelle regioni confinanti si pensa ad un terremoto, ad un esplosione del Vesuvio, e invece è semplicemente passato in vantaggio il Napoli!
Mentre lo sceicco si chiede come mai lo spagnolo con il quale era stato a cena la sera prima avesse un marcato accento napoletano, su un calcio d’angolo di Lavezzi, Marek Hamsik si fa trovare puntuale all’appuntamento con la Storia. Sugli spalti comincia a piovere. Ma sono solo lacrime di gioia! I sei by-pass di un ultrà napoletano vengono ritrovati a Valencia, il tifoso del Napoli del quattordicesimo piano del condominio di Oldham street viene ritrovato al terzo piano, dopo aver sfondato i solai intermedi, che non avevano retto al peso della sua gioia e neppure a quello dei suoi duecentoventi chili. Peppe era a teatro, ma  quando ha sentito dalla radiolina che Hamsik aveva raddoppiato, scende dal palco e corre ad esultare tra il pubblico, che crede che la scena faccia parte del copione.
L’arbitro norvegese, che pure aveva fatto la sua parte, chiudendo due occhi su un fallo di mano in area di uno spagnolo e su un paio di falli da espulsione, pensa che dovrà pagare il doppio della caparra per un certo compromesso che, suo malgrado, non potrà più onorare.
Al 95’ minuto, si scopre che i napoletani sparsi per il mondo sono davvero tanti. Tutto il mappamondo sembra più azzurro. Mazzarri non si ferma in sala stampa e ritorna a casa a bordo del sottomarino rubato con Gianni, Maurizio e Gino, che cantano ubriachi di gioia: “We all live in a yellow submarine
yellow submarine, yellow submarine”. Annunziata, a New York, incurante del fuso orario, mette Pavarotti a palla, che canta “Nessun dorma”! Francesca, a Dubai,  dal balcone di un hotel dello sceicco, intona “Caravan Petrol”. A Monaco di Baviera, uno striscione avvolge l’intero Allianz Arena: “88-17 Ham(b)sik sulla ruota di Napoli”. Gaetano, pilota dell'aereo che alle quattro del mattino riporta la squadra a casa, vede una marea umana all'aereoporto di Capodichino che aspetta i propri beniamini e gli sembra di non aver mai volato così in alto, anche se sta atterrando.
Gennaro, intanto, con un turbante in testa scorazza per via Caracciolo in groppa ad un cammello e, con un binocolo a tracolla e con in mano una bolletta, canta “M’aggio accattato ‘nu cammello”!