venerdì 12 novembre 2010

Scurdammoce 'o passato....

Ueeeee'
sta arrivanno 'a capolista
'ncap'a tutti ce sta Reja
ca penzanno 'o primmo posto
chissa' comme s'arrecreja.
Caro Eddy, leva mano
cca' ce servono 'e tre punti
primma ca tu t'alluntane
chesta e' ll'ora 'e ce fa 'e cunti!
Nun c'e' spazzio pe' ricordi
chesta nave haje abbandunato-
cu Mazzarri ca sta a bbuordo
'o sorpasso e' assicurato!
Pircio' quanno dint'a panchina
tu t'assietto n'ata vota
niente chianto'a Matalena
si po' 'o Napule arrevota.

giovedì 11 novembre 2010

CHE GODURIA!!!!!!!!!!!!!!!!!

Cosa c'è di più bello di un gol al 94°?
Cosa c'è di più bello che vincere a casa di Cellino?
Cosa c'è di più bello che vincere nel campo dove ci hanno insultato per 93 minuti?
Perchè al 94°....tutta la m.... l'hanno ingoiata loro!!!!!!!!!!!!!!
Questa è la conferma che la giustizia divina.....esiste....a volte si smarrisce...ma esiste!

Impatto sulla performance sportiva della localizzazione

Oggi voglio solo linkarvi un pdf che analizza gli effetti della localizzazione sulla performance sportiva delle societa' di calcio di serie A, cioe' brevemente riassunto, di come la posizione geografica possa incidere sui risultati sportivi delle squadre meridionali, in quanto calate in un contesto economico piu' depresso e con meno risorse finanziarie, anche in presenza di bacini di possibili utenti molto numerosi. Se avete la curiosita' e la pazienza di leggere, vi riuscira' molto interessante per capire con una intelligente analisi, i motivi e i meccanismi alla radice di questo problema, che come sempre, e' legato a ragioni economico-politiche.
Un discorso che ben si lega a quelli affrontati nelle ultime settimane.


http://www.rdes.it/RDES_3_08_DIDOMIZIO.pdf

mercoledì 10 novembre 2010

Senza precedenti!!

Troppe vote e' andata male
sta partita e' assaje carogna
stanno comme all'animale
'ncarognuti dalla rogna.
Ma si proprio state male
ca sta rraggia nun se spogna
ve purtammo all'ospedale
per curarvi alla bisogna.
A parti' dall'allenatore
chistu Bisoli 'ngrifato
ca sta cca' da nu pare d'ore
e gia' sta tutte arraggiato,
v'allisciammo cu 'e carizzi
pe' calma chistu bollore
ddoje serrenghe 'e Lavezzi
che e' davvero un gran dottore.
Si nun ce basta, a 'o presidente
che di nome fa Cellino
quel bastardo gran fetente
ce lasciammo 'o ricurdino:
Di Cavani un gran fendente-
sardi a casa a capo chino.

martedì 9 novembre 2010

Il danno e la beffa.

La Lega Pro tra penalizzazioni e "dovere" di cambiamento

Nato il 01.07.1972, avvocato, iscritto al Foro di Bergamo, ex dirigente del Monza Brianza 1912, socio dello studio legale Di Cintio-Ferrari, si occupa di diritto sportivo. Consulente legale di TuttoLegaPro.com e TuttoMercatoWeb.com
05.11.2010 09:00 di Cesare Di Cintio articolo letto 401 volte
Fonte: TuttoLegaPro.com

© foto di Luigi Gasia/TuttoLegaPro.com

"Gentili lettori,

Il campionato è giunto ad un terzo del suo cammino e le classifiche sono state modificate per via dei deferimenti alla Procura Federale delle società che, nonostante le prime bocciature da parte della Co.vi.soc. nel mese di luglio, sono comunque riuscite a superare l’esame finale del Consiglio Federale del 5 agosto scorso. Le sanzioni sono state molto severe e la Commissione Disciplinare non ha fatto sconti proprio a nessuno ed, infatti, sono state comminate le sanzioni che sono andate ad incidere sulle classifiche di tutti i gironi della Lega Pro: Salernitana 2 punti di penalizzazione, Spal 1 punto, Cavese 5 punti, Foggia 1 punto, Foligno 1 punto, in Prima Divisione , mentre in Seconda Divisione Rodengo Saiano 1 punto, Canavese 2 punti, Villacidrese 5 punti, Sangiovannese 4 punti e Catanzaro 1 punto.

Ritengo che la logica seguita sia stata quella di voler inviare un serio monito a tutte le società in vista della prossima stagione sportiva per la quale tutti ci auguriamo che non si debba assistere all’ecatombe di società che per vari problemi non sono state ammesse ai campionati di Terza Serie. Mi auguro che tutti i dirigenti sportivi abbiano iniziato ad amministrare i sodalizi sportivi con mentalità aziendale poiché la drammaticità della situazione attuale è conseguenza delle scelte di coloro che hanno governato le società di calcio.

Non accetto che si possa addossare ogni responsabilità alla “crisi economica” che, a parere mio, è argomento che non vale a giustificare alcuni casi di mala gestio. Chi parla di crisi dovrebbe argomentare perché vi sono società come Albinoleffe, Atalanta, Monza, Portogruaro e Cittadella che non sono state sfiorate in alcun modo dal rischio di tracollo economico. Eppure la crisi è esistita, ed esiste, anche per queste ultime.

La spiegazione è semplice e risiede nel fatto che nei casi citati vi sono stati dirigenti lungimiranti e preparati che, nelle difficoltà del mercato, hanno posto in esser strategie aziendali per reagire al momento difficile ponendo attenzione alla gestione societaria finalizzata a patrimonializzare l'ente sportivo. Ed, infatti, è curioso come nel calcio non siano richieste particolari qualifiche per ricoprire i ruoli di Amministratore Delegato o Direttore Generale quando, invece, in altri settori dell'economia e dell'industria, certi incarichi vengono affidati solo a soggetti qualificati e di comprovata competenza in campo societario.

Le conseguenze? Le società di calcio falliscono ( e continueranno a fallire purtroppo) o non si iscrivono ai campionati ed, al primo “soffio di vento”, cadono come castelli di sabbia mentre le altre realtà aziendali, seppur con difficoltà, reagiscono alla crisi che, comunque, nel mondo del pallone è divenuta la scusa di tutti per ogni insuccesso. Ritengo che la preparazione in management sportivo, in materie giuridico-economiche o la conoscenza del regime fiscale delle società e della relativa legislazione sia un obbligo per chi assume poteri direttivi all'interno dei sodalizi professionistici poiché, questo patrimonio di conoscenze, vale molto più di chi ricopre un ruolo solo a fronte di una sponsorizzazione ( succede anche questo!) in certi casi nemmeno sostanziosa.

Credo che sia giunto il momento di dare “un giro di vite” al sistema della Terza Serie per iniziare a migliorare il calcio Italiano dalla base del Professionismo poiché, chi amministra le società, a mio parere, dovrebbe avere il “know-how” giuridico- sportivo per esercitare tale attività poiché, chi sceglie le strategie societarie, assume delle responsabilità non solo calcistiche ma anche civili e penali.

Le leggi sono cambiate e in pochi lo sanno: ad es. le recenti modifiche alla L.231/2001 hanno riflessi non di poco conto anche sulla materia sportiva, molti hanno grandi responsabilità e nemmeno sono a conoscenza dei rischi che corrono. Per ricoprire i ruoli decisionali bisogna avere una adeguata preparazione in materie giuridico-economiche ed esser professionisti della gestione aziendale: serve un cambiamento urgente!

L'errore, a mio parere, è continua la commistione tra gli incarichi tecnico-sportivi e aziendali che devono necessariamente esser ricoperti da soggetti con professionalità differenti poiché diverse sono le competenze richieste. Solo Lega Professionisti e Figc possono intervenire in tal senso e dettare le linee guida di una riforma strutturale del sistema poiché, per svolgere ogni professione al giorno d'oggi, è necessario ottenere una abilitazione ( avvocati, farmacisti, commercialisti, notai, medici, veterinari, dirigenti di azienda, managers di società) tranne che nel calcio ove ( in alcuni casi...??) è sufficiente avere alle spalle uno sponsor. Le conseguenze di queste scelte superficiali, però, sono drammatiche: prima o poi, i soldi (dello sponsor) finiscono se non amministrati soggetti in grado di orientare la strategia aziendale alla produzione di utili più a rincorrere sogni di mercato che, il primo luglio di ogni anno, si trasformano in incubi. "



Quest'articolo dell'avvocato di Bergamo (letto su Tuttonapoli.net) mette il dito in una piaga abbastanza infetta del nostro calcio, l'approssimazione e la impreparazione di tanti dirigenti di calcio soprattutto in Legapro.
E' vero che spesso i risultati sportivi sono frutto di programmazione prima di tutto economica, di una strategia aziendale e di un equilibrio nei conti. Non basta avere l'occhio clinico per prendere buoni giocatori- le cosiddette stelle in erba sconosciute- per avere la meglio nei vari campionati, anche perche' il calcio come il mondo e' cambiato, e le figure dei talent-scouts miracolosi come dei presidenti mecenati sono destinate al tramonto.
Tutte le societa' moderne hanno a disposizione innumerevoli strumenti per monitare calciatori e le spese dettate da motivi propagandistici e senza guardare al bilancio sono un lusso che il calcio non puo' permettersi -come i recenti tracolli dimostrano.
Pero' c'e' un'altra osservazione che si deve fare, perche' altrimenti sarebbe un'analisi incompleta e tendenziosa.
La maggior parte dei clubs penalizzati sono societa' meridionali.
Quindi ci sono solo due spiegazioni possibili:
o al sud non ci sono dirigenti e imprenditori capaci, o ci sono ragioni economiche piu' determinanti.
Ovviamente per l'avvocato di Bergamo la prima sara' sufficiente, per me altrettanto chiaramente no.
Quando i profitti mediamente in determinate regioni sono inferiori ad altre, in termini di incassi, sponsors e diritti di immagine, e' chiaro che si crea uno squilibrio nei bilanci per rimanere competitivi a livello nazionale, sia nelle serie superiori che in quelle inferiori.
Gia' la maggiore capacita' finanziaria degli imprenditori del nord (in termini di possibilita' di investimento) mettono in condizioni d'inferiorita' le societa' del sud, e questa e' una considerazione banale alla luce del fatto che da quando esiste il calcio nazionale, l'unica societa' meridionale che ha vinto due scudetti e' il Napoli.
Cosi' come la percentuale delle squadre meridionali nelle categorie superiori sono state sempre fortemente minoritarie.
Per cui per me si dovrebbe tenere conto anche del gap finanziario che incide sulle societa' meridionali, e avere una maggiore clemenza per non aggravare ulteriormente delle condizioni di inferiorita' con penalizzazioni pesanti sempre per la stessa parte geografica,tenendo soprattutto conto che si tratta di uno sport.
Specialmente in considerazione del fatto che in passato alcune societa'(soprattutto del nord) sono state graziate e altre mandate al macero.
Voglio dire, che sarebbe lecito attendersi delle decisioni, pur legittimamente comprensibili, pero' ammortizzate da meccanismi meno penalizzanti e con opzioni che consentano di recuperare in condizioni di svantaggio obbiettivamente presenti nel paese.
Nun facimmo sempe 'e curnute e mazziate.

lunedì 8 novembre 2010

Non ci esaltiamo!

Ed ecco che una vittoria sul Parma di Marino, che non vince mai, sui titoli dei giornali sportivi, diventa il trionfo del secolo, cosi' come ogni sconfitta diventa la catastrofe annunciata. Sempre dopo, pero'.
E' stata una buona vittoria, ma non realmente significativa, un segnale di crescita, perche' mostra una maturita' e il graduale inserimento di qualche tassello dalla panchina nel disegno complessivo.
Buon Yebda, sufficiente Sosa e Vitale, volenteroso Zuniga, affidabile Grava, dignitoso Cribari, questo ovviamente grazie anche alla pochezza del Parma, che mi sembra 'na varca 'mbriacata.
Di ben altro tenore sara' la partita di mercoledi' a Cagliari, dove ci aspettano col coltello fra i denti, per una ridicola rivalita' fra ultras, trasformatasi in assurda ostilita' dei tifosi verso i nostri colori, e addirittura verso i napoletani stessi.
Voglio spendere due parole verso questa enorme cazzata, scaturita da un episodio che non ci vede nemmeno direttamente coinvolti, uno spareggio salvezza a Napoli fra Cagliari e Piacenza che vide i quattro gatti napoletani presenti fra i piacentini, qualche gruppo gemellato per i tanti incroci e alleanze di questa minchia, tifare per il Piacenza.
Vi invito a leggere dei resoconti dove si parla di scontri quasi esclusivamente con la polizia, e di isolati gesti di qualche idiota, che naturalmente, non si sa come, viene identificato come napoletano, ma potrebbe essere benissimo piacentino.
...........
"Ho ritrovato un articolo scritto nel '97, una mia corrispondenza da Napoli in occasione dello spareggio salvezza tra Cagliari e Piacenza, finito male calcisticamente e soprattutto sotto il profilo sportivo: dall'aggressione gratuita di ultrà napoletani a danno dei sardi è nato un odio tra le tifoserie che ancora dura. Ero su quella nave con gli ultrà, non dimentico qui giorni e il senso di ingiustizia che fecero provare a migliaia di sardi. (c.c.)

Lunedì 16 giugno 1997 - Unione Sarda

Coltellate e cariche di polizia

Ai Campi Flegrei Palomba media per evitare il peggio

Napoli. Doveva essere una festa, una giornata memorabile, quasi uno scudetto al rovescio. Invece, la trasferta al San Paolo è finita male, malissimo. Scontri tra tifoserie, due aggressioni a bastonate e coltellate, cariche violente degli agenti dell'ordine pubblico napoletano dentro e fuori lo stadio.Al di là del risultato sportivo, il bilancio di questo spareggio andato in malora è pesante: due tifosi sardi accoltellati, sei contusi negli scontri insieme a due napoletani e due agenti. Stando alle notizie diffuse nella sala stampa della questura, il più grave ne avrà per dieci giorni. Non è detto che questa sia tutta la verità, visto che secondo chi ha assistito alla partita e soprattutto agli scontri, la polizia napoletana ha davvero tanto da farsi perdonare.

E sarebbe andata molto peggio se in occasione dell'ultima carica alla stazione ferroviaria Campi Flegrei, non fosse intervenuto il presidente della Regione. Federico Palomba stava attraversando la piazza insieme all'assessore Antonello Paba quando ha notato gli agenti in assetto da guerra correre verso un gruppo di tifosi sardi. Con molto coraggio, in un parapiglia dove hanno avuto la meglio i poliziotti, Palomba si è intromesso e ha bloccato la carica deicelerini napoletani. Sei feriti tra i sardi, i nomi non sono stati resi noti: il più grave ha la frattura del setto nasale e una vasta lacerazione sulla fronte. Ma la vicenda non finirà qui: ancora sotto shock il presidente Palomba ha chiesto di parlare immediatamente con il questore e col prefetto e nel frattempo ha difeso i tifosi sardi facendo scudo davanti a loro.


Il primo segnale di questa guerra cercata e voluta dagli ultrà napoletani è arrivato pochi minuti dopo lo sbarco della nave Capo Sandalo, quella che tra gli altri trasportava gli Sconvolts. Erano le tredici, i pullman del Ctm incolonnati stavano attraversando il rettilineo di via Nuova Marina diretti allo stadio quando, all'altezza di piazza Piedigrotta, due teppisti hanno preso a sassate la carovana rossoblù. Immediata la risposta degli ultrà cagliaritani che dai finestrini dei pullman hanno lanciato di tutto: seggiole di plastica e bottiglie.Poi, alle 14, due sardi di 21 e 27 anni sono stati provocati e aggrediti all'uscita da una pizzeria. Prima il solito copione di insulti, poi le botte: in venti contro due. Il tifoso più giovane è stato accoltellato lievemente a una natica e alle gambe; ne avrà per dieci giorni. L'altro, invece, è stato colpito alle gambe con un bastone. Trasportati subito al pronto soccorso, i ragazzi hanno potuto assistere ugualmente alla partita.Ma la battaglia autentica è nata sugli spalti del San Paolo poco prima che lo spareggio iniziasse. Un ultrà napoletano, rappresentante dello stretto manipolo di tifosi *, ha scambiato la propria sciarpetta con un ultrà rossoblù. Sembrava un gesto palese di gemellaggio e solidarietà solidarietà . Invece era una provocazione: dopo qualche minuto, dalla tribuna centrale i napoletani hanno preso a insultare la tifoseria cagliaritana. Poi, quando il Piacenza è passato in vantaggio, i padroni di casa hanno esultato con gli emiliani.

È stato questo il preludio di uno sfottò pesantissimo. Tra il primo e il secondo tempo un giovane ultrà di casa ha sfilato con una bandiera bandiera biancorossa sotto la curva dei cagliaritani, mentre un altro staccava a uno a uno gli striscioni rossoblù piantati sulle gradinate. Misteriosamente, i soliti agenti non hanno visto nulla ma hanno avuto un occhio di riguardo (picchiandolo di santa ragione alle spalle) per il tifoso cagliaritano che ha scavalcato e inseguito il teppista per riprendere gli striscioni. A quel punto è scoppiato il finimondo: dalla curva dei sardi sono volate bottiglie contro i poliziotti che hanno tentato, a vuoto, una prima carica. Qualche istante ancora e la carica degli agenti c'è stata davvero. Ne hanno fatto le spese in tanti, ultrà che hanno sfidato la polizia, ma anche semplici spettatori come il giornalista Antonello Lai, che è finito a terra ed è stato calpestato.Quando l'arbitro ha fischiato l'ingresso solenne del Cagliari nel purgatorio del calcio italiano, si sono scatenati gli altri incidenti.

Erano le 18,40, quando a due passi dallo stadio San Paolo, alcuni tifosi in partenza per Civitavecchia dalla stazione di Campi Flegrei hanno incrociato un gruppo di agenti napoletani. Èpartito qualche insulto, forse anche una lattina ha colpito alle gambe un poliziotto, ma la reazione degli agenti è stata pesantissima. «Hanno ferito a colpi di casco sei ragazzi», raccontano Fernando Garau di Arzachena e Massimo Cogoni, studente a Siena, «e hanno sparato qualche lacrimogeno. Èstata sicuramente una reazione spropositata».Nessun commento sull'episodio al commisariato di San Paolo, salvo la conferma che nel corso della giornata due agenti sono rimasti contusi. Certo è che nel giro di pochi minuti, soccorso dal presidente Palomba, un giovane col volto coperto di sangue è stato caricato sull'ambulanza e ricoverato in ospedale. A pochi passi dalla stazione, in quello stesso istante, un giovane della provincia di Oristano è stato accoltellato alle gambe da quattro delinquenti napoletani. Prima di picchiarlo, gli hanno chiesto da dove venisse. Avuta la conferma, al gridosardo di * si sono gettati su di lui. È questo l'ultimo triste episodio di una trasferta che non doveva finire così. E il silenzio dei tifosi che in fila sono risaliti sulle navi racconta da solo tutta l'amarezza per una sfida sportiva che si poteva anche perdere. Ma che non doveva diventare una battaglia.

CLAUDIO CUGUSI - Unione Sarda
"


Questa merda, che naturalmente e' il solito giornalaio ricottaro, pur di arruffianarsi i lettori, trasforma quella che e' la norma di ogni cronaca di ordine pubblico quando ci sono gli ultras in mezzo, in una questione con la citta' di Napoli, solo perche' i poliziotti, a suo dire, sono napoletani. UAHUAHUAH!!!
Se dovessimo odiare le squadre solo per le cariche delle polizie sugli ultras, staremmo in guerra con la totalita' degli avversari affrontati nei secoli.
Ho visto anche le immagini di quella partita, ed e' chiara la rabbia degli ultras rossoblu per il ritorno in B, in uno stadio dove da una parte ci sono i cagliaritani e nella curva opposta i piacentini.
Il resto dello stadio vuoto, a dimostrare quale interesse potessimo avere per lo spareggio. Ma anche ammettendo per assurdo che ci fosse stato qualche gruppetto sparuto di tifosi gemellati col Piacenza, queste sono cose da ultras, interne a dinamiche idiote che nulla hanno a che fare coi sentimenti dei tifosi.
A questo idiota armato di penna voglio solo dire che fra Napoli e Cagliari non c'e' alcuna rivalita', ne' storica, ne' politica, ne' geografica, ne' sportiva che ci divida, all'infuori di idiozie farneticanti del suo presidente, un altro magliaro schifato dai suoi stessi tifosi, e di persone come l'estensore dell'articolo che soffiano sul fuoco della violenza per i propri interessi, populistici e truffaldini.
Seguire le manie leghiste di insultare Napoli perche' e' stata l'emblema di una nazione vinta, sfruttata e oggi derisa, e' da pecoroni che seguono il gregge, non degno di intelligenza e cultura, che come in ogni parte d'Italia, le realta' locali vanno perdendo, a causa di una politica e di una informazione becera e truccata.
Cagliari rappresenta un popolo altrettanto vinto e deriso, e alimentare un odio sportivo per Napoli e' una guerra tra vinti senza senso e senza onore.
Spero che si sappia andare nella direzione opposta e marciare insieme verso una rinascita e una ribellione a quanti ci hanno bistrattato in passato, quel potere mafioso che ci ha fatti schiavi e non cittadini con le stesse opportunita'.

domenica 7 novembre 2010

Sei venuto dall'Uruguay pe' ce levà a miez' 'e uaje...!!!

Facimmone sasicce!

Venerdi' mi sono intossicato, per cui la poesia propiziatoria la pubblico oggi. Forza azzurri.


'A partita e' tosta assaje
pochi cambi nuje tenimmo
ma nun c'arrendimmo maje:
sempe all'erta nuje cadimmo.
Appriparate Ghirardi
t'amma fa comme 'o presutto
te 'nzaccammo,presto o tardi,
uosso cotena carne e strutto,
purchiciello arraggiato
chesta vota nun c'e' scampo
na' braciola arravugliata
priparata mmiez'o campo,
ddoje purpette dint'a porta
l'haje 'a pruva'-so troppo bone-
nu suffritto chin'e forte
te fa 'o musso a cupertone.
E po' comme diggestivo
a finale c'e l'amaro-
ma che cazzo te credivo?
Cca' t'aspetta 'o macellaro!