lunedì 8 novembre 2010

Non ci esaltiamo!

Ed ecco che una vittoria sul Parma di Marino, che non vince mai, sui titoli dei giornali sportivi, diventa il trionfo del secolo, cosi' come ogni sconfitta diventa la catastrofe annunciata. Sempre dopo, pero'.
E' stata una buona vittoria, ma non realmente significativa, un segnale di crescita, perche' mostra una maturita' e il graduale inserimento di qualche tassello dalla panchina nel disegno complessivo.
Buon Yebda, sufficiente Sosa e Vitale, volenteroso Zuniga, affidabile Grava, dignitoso Cribari, questo ovviamente grazie anche alla pochezza del Parma, che mi sembra 'na varca 'mbriacata.
Di ben altro tenore sara' la partita di mercoledi' a Cagliari, dove ci aspettano col coltello fra i denti, per una ridicola rivalita' fra ultras, trasformatasi in assurda ostilita' dei tifosi verso i nostri colori, e addirittura verso i napoletani stessi.
Voglio spendere due parole verso questa enorme cazzata, scaturita da un episodio che non ci vede nemmeno direttamente coinvolti, uno spareggio salvezza a Napoli fra Cagliari e Piacenza che vide i quattro gatti napoletani presenti fra i piacentini, qualche gruppo gemellato per i tanti incroci e alleanze di questa minchia, tifare per il Piacenza.
Vi invito a leggere dei resoconti dove si parla di scontri quasi esclusivamente con la polizia, e di isolati gesti di qualche idiota, che naturalmente, non si sa come, viene identificato come napoletano, ma potrebbe essere benissimo piacentino.
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"Ho ritrovato un articolo scritto nel '97, una mia corrispondenza da Napoli in occasione dello spareggio salvezza tra Cagliari e Piacenza, finito male calcisticamente e soprattutto sotto il profilo sportivo: dall'aggressione gratuita di ultrà napoletani a danno dei sardi è nato un odio tra le tifoserie che ancora dura. Ero su quella nave con gli ultrà, non dimentico qui giorni e il senso di ingiustizia che fecero provare a migliaia di sardi. (c.c.)

Lunedì 16 giugno 1997 - Unione Sarda

Coltellate e cariche di polizia

Ai Campi Flegrei Palomba media per evitare il peggio

Napoli. Doveva essere una festa, una giornata memorabile, quasi uno scudetto al rovescio. Invece, la trasferta al San Paolo è finita male, malissimo. Scontri tra tifoserie, due aggressioni a bastonate e coltellate, cariche violente degli agenti dell'ordine pubblico napoletano dentro e fuori lo stadio.Al di là del risultato sportivo, il bilancio di questo spareggio andato in malora è pesante: due tifosi sardi accoltellati, sei contusi negli scontri insieme a due napoletani e due agenti. Stando alle notizie diffuse nella sala stampa della questura, il più grave ne avrà per dieci giorni. Non è detto che questa sia tutta la verità, visto che secondo chi ha assistito alla partita e soprattutto agli scontri, la polizia napoletana ha davvero tanto da farsi perdonare.

E sarebbe andata molto peggio se in occasione dell'ultima carica alla stazione ferroviaria Campi Flegrei, non fosse intervenuto il presidente della Regione. Federico Palomba stava attraversando la piazza insieme all'assessore Antonello Paba quando ha notato gli agenti in assetto da guerra correre verso un gruppo di tifosi sardi. Con molto coraggio, in un parapiglia dove hanno avuto la meglio i poliziotti, Palomba si è intromesso e ha bloccato la carica deicelerini napoletani. Sei feriti tra i sardi, i nomi non sono stati resi noti: il più grave ha la frattura del setto nasale e una vasta lacerazione sulla fronte. Ma la vicenda non finirà qui: ancora sotto shock il presidente Palomba ha chiesto di parlare immediatamente con il questore e col prefetto e nel frattempo ha difeso i tifosi sardi facendo scudo davanti a loro.


Il primo segnale di questa guerra cercata e voluta dagli ultrà napoletani è arrivato pochi minuti dopo lo sbarco della nave Capo Sandalo, quella che tra gli altri trasportava gli Sconvolts. Erano le tredici, i pullman del Ctm incolonnati stavano attraversando il rettilineo di via Nuova Marina diretti allo stadio quando, all'altezza di piazza Piedigrotta, due teppisti hanno preso a sassate la carovana rossoblù. Immediata la risposta degli ultrà cagliaritani che dai finestrini dei pullman hanno lanciato di tutto: seggiole di plastica e bottiglie.Poi, alle 14, due sardi di 21 e 27 anni sono stati provocati e aggrediti all'uscita da una pizzeria. Prima il solito copione di insulti, poi le botte: in venti contro due. Il tifoso più giovane è stato accoltellato lievemente a una natica e alle gambe; ne avrà per dieci giorni. L'altro, invece, è stato colpito alle gambe con un bastone. Trasportati subito al pronto soccorso, i ragazzi hanno potuto assistere ugualmente alla partita.Ma la battaglia autentica è nata sugli spalti del San Paolo poco prima che lo spareggio iniziasse. Un ultrà napoletano, rappresentante dello stretto manipolo di tifosi *, ha scambiato la propria sciarpetta con un ultrà rossoblù. Sembrava un gesto palese di gemellaggio e solidarietà solidarietà . Invece era una provocazione: dopo qualche minuto, dalla tribuna centrale i napoletani hanno preso a insultare la tifoseria cagliaritana. Poi, quando il Piacenza è passato in vantaggio, i padroni di casa hanno esultato con gli emiliani.

È stato questo il preludio di uno sfottò pesantissimo. Tra il primo e il secondo tempo un giovane ultrà di casa ha sfilato con una bandiera bandiera biancorossa sotto la curva dei cagliaritani, mentre un altro staccava a uno a uno gli striscioni rossoblù piantati sulle gradinate. Misteriosamente, i soliti agenti non hanno visto nulla ma hanno avuto un occhio di riguardo (picchiandolo di santa ragione alle spalle) per il tifoso cagliaritano che ha scavalcato e inseguito il teppista per riprendere gli striscioni. A quel punto è scoppiato il finimondo: dalla curva dei sardi sono volate bottiglie contro i poliziotti che hanno tentato, a vuoto, una prima carica. Qualche istante ancora e la carica degli agenti c'è stata davvero. Ne hanno fatto le spese in tanti, ultrà che hanno sfidato la polizia, ma anche semplici spettatori come il giornalista Antonello Lai, che è finito a terra ed è stato calpestato.Quando l'arbitro ha fischiato l'ingresso solenne del Cagliari nel purgatorio del calcio italiano, si sono scatenati gli altri incidenti.

Erano le 18,40, quando a due passi dallo stadio San Paolo, alcuni tifosi in partenza per Civitavecchia dalla stazione di Campi Flegrei hanno incrociato un gruppo di agenti napoletani. Èpartito qualche insulto, forse anche una lattina ha colpito alle gambe un poliziotto, ma la reazione degli agenti è stata pesantissima. «Hanno ferito a colpi di casco sei ragazzi», raccontano Fernando Garau di Arzachena e Massimo Cogoni, studente a Siena, «e hanno sparato qualche lacrimogeno. Èstata sicuramente una reazione spropositata».Nessun commento sull'episodio al commisariato di San Paolo, salvo la conferma che nel corso della giornata due agenti sono rimasti contusi. Certo è che nel giro di pochi minuti, soccorso dal presidente Palomba, un giovane col volto coperto di sangue è stato caricato sull'ambulanza e ricoverato in ospedale. A pochi passi dalla stazione, in quello stesso istante, un giovane della provincia di Oristano è stato accoltellato alle gambe da quattro delinquenti napoletani. Prima di picchiarlo, gli hanno chiesto da dove venisse. Avuta la conferma, al gridosardo di * si sono gettati su di lui. È questo l'ultimo triste episodio di una trasferta che non doveva finire così. E il silenzio dei tifosi che in fila sono risaliti sulle navi racconta da solo tutta l'amarezza per una sfida sportiva che si poteva anche perdere. Ma che non doveva diventare una battaglia.

CLAUDIO CUGUSI - Unione Sarda
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Questa merda, che naturalmente e' il solito giornalaio ricottaro, pur di arruffianarsi i lettori, trasforma quella che e' la norma di ogni cronaca di ordine pubblico quando ci sono gli ultras in mezzo, in una questione con la citta' di Napoli, solo perche' i poliziotti, a suo dire, sono napoletani. UAHUAHUAH!!!
Se dovessimo odiare le squadre solo per le cariche delle polizie sugli ultras, staremmo in guerra con la totalita' degli avversari affrontati nei secoli.
Ho visto anche le immagini di quella partita, ed e' chiara la rabbia degli ultras rossoblu per il ritorno in B, in uno stadio dove da una parte ci sono i cagliaritani e nella curva opposta i piacentini.
Il resto dello stadio vuoto, a dimostrare quale interesse potessimo avere per lo spareggio. Ma anche ammettendo per assurdo che ci fosse stato qualche gruppetto sparuto di tifosi gemellati col Piacenza, queste sono cose da ultras, interne a dinamiche idiote che nulla hanno a che fare coi sentimenti dei tifosi.
A questo idiota armato di penna voglio solo dire che fra Napoli e Cagliari non c'e' alcuna rivalita', ne' storica, ne' politica, ne' geografica, ne' sportiva che ci divida, all'infuori di idiozie farneticanti del suo presidente, un altro magliaro schifato dai suoi stessi tifosi, e di persone come l'estensore dell'articolo che soffiano sul fuoco della violenza per i propri interessi, populistici e truffaldini.
Seguire le manie leghiste di insultare Napoli perche' e' stata l'emblema di una nazione vinta, sfruttata e oggi derisa, e' da pecoroni che seguono il gregge, non degno di intelligenza e cultura, che come in ogni parte d'Italia, le realta' locali vanno perdendo, a causa di una politica e di una informazione becera e truccata.
Cagliari rappresenta un popolo altrettanto vinto e deriso, e alimentare un odio sportivo per Napoli e' una guerra tra vinti senza senso e senza onore.
Spero che si sappia andare nella direzione opposta e marciare insieme verso una rinascita e una ribellione a quanti ci hanno bistrattato in passato, quel potere mafioso che ci ha fatti schiavi e non cittadini con le stesse opportunita'.

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