martedì 16 settembre 2008

Una via d'uscita

Ragionando con Riccardo delle recenti avversita' subite dal Napoli- e di riflesso da Napoli- ad opera di un governo e di una giustizia di parte, venivamo alla stessa conclusione circa le cause divergendo sulle soluzioni possibili.
In breve(allargando il discorso sportivo a quello geo-politico), quanto era accaduto era stato se non preordinato certamente favorito e accentuato dagli organi del potere centrale, manovrati ad arte per scopi che possono supporsi essere di distrazione da quanto veniva legiferato in Parlamento.
La necessita' d'ingabbiare la magistratura perche' non nuocesse la casta, l'introduzione di un federalismo sempre piu' spinto a danno delle regioni piu' deboli, dopo che per un secolo e mezzo -dall'unita' d'Italia- niente di realmente efficace era stato fatto perche' il meridione si portasse alla pari del resto d'Italia.
Anzi il mancato sviluppo ha permesso di mantenere vivo un serbatoio di consumatori di prodotto interno e di manodopera concorrenziale, nonche' di far affluire voti ai principali partiti di governo grazie a un controllo ferreo del territorio attraverso le grandi criminalita'.
Questa simbiosi politica-criminalita' ha favorito tutti quei processi di degrado e
di mancato sviluppo che sono alla base della situazione attuale.
Per fare un esempio virtuoso basterebbe guardare a quello tedesco che e' riuscito
a IMPORRE uno sviluppo alla parte orientale in meno di un ventennio, favorendo un progresso che le nostre regioni non hanno avuto in 150 anni.
Questo il dato. Quali soluzioni?
Prima cosa che tendo ad escludere e' una via all'autonomia che mi sembra veramente
impercorribile: troppe le differenze tra le regioni venutesi a creare dall'unita' ad oggi. Non avrebbe senso proporre un modello di stato unitario come quello borbone che non raccoglierebbe alcun consenso fra le altri regioni, a parte l'impossibilita' di realizzarlo contro il volere del potere centrale .
Meno utopistico sarebbe un modello federalista, ma quale sarebbe il vantaggio per il meridione di un tal modello, auspicato soprattutto dalla lega?
In un meridione senza sviluppo, infrastrutture, grande finanza, privo di risorse naturali e svuotato da decenni di sottosviluppo, sarebbe un clamoroso autogol, un condannarsi a cadere a un livello economico dei paesi dell'est europa, con poche prospettive di un miglioramento nel medio e forse lungo periodo.
I problemi incancreniti nei decenni (come criminalita', occupazione, degrado ambientale, etc,) hanno bisogno di uno sforzo impossibile per un meridione allo stremo che cadrebbe solo in baratro ancora piu' profondo.
Purtroppo c'e' bisogno di un'azione congiunta di forze locali, nazionali e europee, nel senso di sfruttare gli aiuti comunitari per contribuire a questa crescita.
Naturalmente perche' questa azione e impiego di risorse e capitali non finisca nelle maglie della corruzione e della criminalita' si deve rifondare la politica a livello locale e nazionale.
Per fare questo c'e' bisogno di una nuova forza politica anche a carattere locale, che sulle orme di una Lega possa risvegliare le coscienze sopite delle nostre popolazioni. Acquistando nel tempo consenso e seggi in parlamento potrebbe imporre
una politica diversa che favorisca lo sviluppo che necessita alla parte svantaggiata.
Una strada lunga e difficoltosa.
Una via diversa sarebbe quella di appoggiare quelle forze alternative nazionali, che seppur non direttamente rappresentanti della istanze meridionaliste, contrapponendosi alla politica tradizionale per metodo e trasparenza, finirebbero per favorire quel processo di rinnovamento e di politica virtuosa utile ad aprire una nuova fase anche per il meridione. Anche questa e' ovviamente una via lunga e faticosa, ma non ci sono soluzioni rapide per problemi cosi' complessi.

2 commenti:

Qwerty61 ha detto...

Complimenti Gennaro !
scrivi cose assolutamente condivisibili, la difficoltà sta proprio nel trovare la gente che sa ascoltare e che "sente" la necessità ora più che mai di risollevare le sorti di questa città e di questa regione.
Vorrei aggiungere una cosa: quest'anno sono stato in vacanza in Puglia, credimi, l'energia, l'impegno e la bellezza di quella regione ha superato di gran lunga purtroppo la nostra regione; l'industria, l'artigianato e soprattutto l'ordine e la pulizia mi hanno fatto capire quanto siamo precipitati in basso.
Io trovo purtroppo in Campania troppo egoismo, strafottenza, arroganza e presunzione.
Prima di rimboccarci le maniche dobbiamo cambiare questo atteggiamento, essere più umili e rispettosi del prossimo, della nostra terra ormai devastata.
Basta fare le vittime! Orgoglio, coerenza e determinazione sono importanti ma il cervello e l'intelligenza della nostra gente deve venire fuori !!!!
Troppa collusione, troppa gente che preferisce approfittare piuttosto che combattere, l'approccio clientelare, i piaceri ed i favori ci hanno distrutto....
E' da troppo che non ci sono guerre in europa e queste hanno sempre avuto un effetto "rigenerante" per le popolazioni e per le classi dirigenti.
Con questo non auspico una guerra, ci mancherebbe......
Insomma, per raggiungere l'obiettivo si deve passare per un setaccio a maglie strette; altrimenti è e resterà un'utopia.

Anonimo ha detto...

Grazie Giuliano, condivido il tuo commento anche se sulla guerra penso che favorisce solo i potenti e poi nun tenimmo manco l'uocchje pe' chiagnere, figurati per fare una guerra. Forse una sollevazione popolare si', giusto come segnale.