mercoledì 17 settembre 2008

Dammice da fa!

Il fatto che non ci sia questo senso di appartenenza che Napoli, come ex-capitale, ha mantenuto mentre il resto del regno borbonico sentiva invece gia' come giogo di cui liberarsi, (basta vedere la facilita' con cui Garibaldi con mille ferlocchi invase il regno) non significa che il resto del meridione stia bene. Possiamo certamente dire che e' finito dalla padella nella brace. Ma in ogni caso su queste basi non sara' possibile alcun consenso a una lotta per un ritorno a una situazione pre-unitaria.
Questo pero' non significa che non si possa fare niente, o tutto o niente e' una frase che a Napoli conosciamo bene e che ci serve sempre come scusa per lasciare tutto come sta.
La situazione gia' precaria e' certamente peggiorata da quando il nord fomentato per ragioni politiche nei suoi istinti piu' egoistici ha dato vita e numeri alla lega, che ha spostato, appoggiandosi al centro destra, l'equilibrio geo-politico della nazione.
Bene, davvero questa e' l'occasione per pigliare due piccioni con una fava, cioe' riequilibrare quell'assetto e creare una politica meridionalista, ma non volgendosi indietro, bensi' rivolta in avanti.
Per fare questo la strada e' la stessa che se volessimo fare una rivoluzione.
Si deve creare prima una coscienza civile e la dignita' di volersi liberare, come dici tu, da una condizione di colonialismo, non per farne un'altra, ma per portarci alla pari con l'Italia, o meglio con l'Europa migliore.
Quindi si deve creare una forza politica che spazzi via la vecchia classe dei nostri politici e che possa rappresentare le nostre istanze, combattere con armi pari gli interessi contrari in parlamento, governare localmente senza compromessi con criminalita' e corruzione.
Questa forza politica potra' svilupparsi anche in formazioni antagoniste al potere corrotto gia' in embrione, e sara' un segnale importante che quando si vota, se si vota, non si dia forza a quella parte che ci e' contraria, cioe' il centrodestra, ma sara' da cercare a sinistra fra quelle forze che si diano se non i nostri fini almeno le nostre priorita' morali. Meglio ancora sarebbe avere una forza del tutto nuova che ci sostenga nella nostra lotta, ma questo non e' nemmeno all'orizzonte per cui la ritengo un'ipotesi abbastanza lontana.
Per cui per me le priorita' sono nell'ordine:
Campagna di sensibilizzazione per il risveglio di una coscienza civile per la condizione di sottosviluppo e di sfruttamento da parte del nord.
Voto sempre orientato a sinistra per evitare di dare forza a governi contrari.
Sostegno a formazioni alternative che supportino le nostre istanze.
Creazione di una forza che ci rappresenti e difenda i nostri diritti in sede nazionale.
Cacciata della vecchia classe politica locale che ci ha governato favorendo corruzione sottosviluppo e criminalita', rendendosi complice col nord dello sfruttamento subito.
Attuazione di una politica che favorisca un reale sviluppo delle nostre terre, combattendo seriamente contro la criminalita' e il degrado economico.
Poi se alla fine- quando a Sud avremo una coscienza civile e politica patrimonio di una maggioranza capace di guardare all'interesse generale per primo e poi a quello personale- non ci sara' la possibilita' di imporre per via politica la volonta' nazionale di sollevarci dal degrado in cui ci hanno lasciato, solo allora, consci della nostra forza e uniti nella volonta' comune dalla strada fatta percorreremo la via dell'autonomia. Anche con la forza.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Azz hai fatto come Totò...ti butti a sinistra. Troppo complicato per me il vostro ragionamento. A istinto sto con Riccardo. Ciao e buon San Gennaro.