domenica 1 aprile 2012

E adesso... DEZERIZZIAMOLI!

domenica 26 febbraio 2012

giovedì 23 febbraio 2012

No trip for cats - di G.Puca


Un' altro capolavoro di Gianni Puca, bravissimo !

Notte  prima degli esami, notte di sogni, di coppe dei campioni. “Nessun dorma” canta Luciano Scognamiglio, tenore in pensione di Pianura, la cui ugola per tutta la notte ribadisce, sicura: “Vincerò, vincerò, vinceeeeròòò”!
Il giorno dopo, in tutta Napoli, per tutto il giorno, si leva nell’aire un’unica musichetta, con Totore che sembra dirigere l’orchestra permanente, dal suo balcone di Sorrento, su cui brilla il ritaglio di stoffa plastificata volata lì quasi per magia dal San Paolo. L’adrenalina è entrata a far parte della composizione dell’aria, insieme all’ossigeno e all’idrogeno. Il popolo napoletano si è ormai sprovincializzato e Tonino, a Secondigliano, mentre dipinge le vele di azzurro, anziché le solite canzoni neomelodiche, canta con un’inflessione teutonico-franco-afragolese “Die maistèr, die bestèn, les grandès equipèèèès, chaaaaampiòòòònsss”, con gli accenti tutti sulle vocali sbagliate! GianGiovanni, sebbene sia un tifoso irrealista, sette anni fa, quando aveva prenotato la chiesa, mai avrebbe potuto immaginare che il Napoli avrebbe giocato gli ottavi di Champions contro il Chelsea proprio lo stesso giorno in cui doveva sposarsi. Il giorno del sorteggio, aveva capito il perché del vecchio detto: “di marte non ci si sposa e non si parte”. Ma lui trova comunque una soluzione. In chiesa, Mariachiara rimane sorpresa quando entra accompagnata dal papà e anziché dalla celebre marcia nuziale di Wagner, che aveva chiesto, viene accolta da una musica diversa. Il padre sorride e le dice: “Mò se porta, è quella dei reali di Gran Bretagna”. Mariachiara non capisce, eppure quella musica le è familiare, il suono dei violini e il coro sono da brividi, ma solo quando arriva sull’altare e tutti gli invitati e il parroco urlano “Chaaaaaaampiooooonssss!”, si rende conto che era il pezzo di un noto compositore che aveva appena vinto il disco di platino, per i cd che aveva venduto a Napoli.  
Nonostante le raccomandazioni, la cena al ristorante “Gli azzurri” di Fuorigrotta si protrae oltre l’inizio della partita. Giangiovanni desidera fortemente che gli invitati si dissolvano nell’aire prima che il suo fegato esploda. Al 21’ si staglia nel cielo una bestemmia tellurica ascrivibile alla inconfondibile voce di zio Pasquale, che si era rifiutato di andare al matrimonio. Stava seguendo la partita di spighetto, nel settore distinti, perché era capitato tra due mastodontici pachidermi, tra i quali aveva dovuto infilarsi a incastro. Lo sposo lancia le bomboniere a tutti gli invitati e si ritira in camera con la moglie. La stanza affaccia sulla curva A. Il campo non si vede, ma si percepisce forte e chiaro tutto ciò che accade. La moglie, giunta al matrimonio illibata, non vuole rinviare d’ufficio la sua prima notte. Il marito, che aveva atteso dieci anni, avrebbe serenamente atteso un’altra notte. Ma lei gli strappa lo smoking da dosso e rimane allibita allorquando vede che sotto indossa la maglietta di Lavezzi. Ed è proprio in quel preciso istante che lo stadio salta fuori dalle fondamenta. L’urlo di zio Pasquale si riconosce tra quello dei settantamila, di cui cinquecento inglesi, e circa cinquemila portoghesi, a parte Villas Boas. GianGiovanni vorrebbe accendere la radio, ma Il coro “olè olè olè olè Pochoo Pochooo” è fin troppo eloquente. Prova a mantenere un aplomb finto come il rolex che ha sul polso, e dedica le proprie  attenzioni alla moglie, che durante la cena aveva provato a distogliere la sua attenzione dal Napoli mostrandogli la farfalla che spuntava dallo spacco inguinale. Lungi dal somigliare a Belen, la moglie è un clone perfetto di Celentano, e comincia a molleggiare su di lui. Intanto, al San Paolo, Cavani si fionda su un preciso cross dello svizzero Inler e con l’omero segna un goal epico. Il San Paolo ruggisce, la terra trema, il Vesuvio si erutta sotto dalla paura. Zio Pasquale viene disintegrato dal movimento sincronizzato dei due vicini, che dopo aver ingurgitato tre panini a testa, che avrebbero risolto il problema della fame nel mondo, erano lievitati fino a diventare due mammut. “Sììììììììììììììììììììììì”, urla Giangiovanni, che ha intuito chiaramente cosa è successo. “Nooooooooo”, risponde l'insaziabile ex vergine, che aveva frainteso. Ma lui, contrariamente a quanto pensa la consorte, ha ancora cartucce da sparare e con maggior intensità attacca… gli spazi. Intanto uno dei due mammut viene colto da una feroce dissenteria e corre verso il bagno. Zio Pasquale esulta come se il Napoli avesse segnato il terzo goal. I due concentrati di colesterolo rimangono in comunicazione tramite cellulare e l’uno fa la cronaca minuto per minuto all’altro, che intanto comunica di aver trovato i bagni chiusi e di non essere riuscito a resistere all’emozione del terzo goal del Napoli e agli effetti della reazione provocata dall’interazione della salsiccia con i friarielli, la cotoletta con i peperoni e la parmigiana di melanzane. I blues brothers avevano ballato la tarantella davanti allo scatenato Cavani, che aveva poi apparecchiato per il Pocho un goal che rimarrà per sempre scolpito nella storia azzurra e negli occhi dei settantamila, che piangono commossi, dopo anni di Calderonni, Prunierri, Salvatori Naldi, Varricchi, Ignoffi e Montervini. Zio Pasquale torna a casa tutto sballato, dopo le trentasei canne passive che si è fatto, è con maggior scognizione di causa contro le droghe, anche quelle leggere. E pensa che se l'anno prossimo si fa l'abbonamento rischia di diventare un tossicodipendente.  Giangiovanni, che ormai aveva concluso le operazioni con grande soddisfazione della moglie, aveva reagito al terzo goal con un deciso gesto dell’ombrello, a seguito del quale il suo rolex falso era stato catapultato in tribuna. Ma le note d’’o surdato ‘nnammurato che si levano nell’aria non lasciano dubbi: è finitaaaaaaa!  Ora si può partire anche per il viaggio di nozze: destinazione Londra!

mercoledì 1 febbraio 2012

Per piacere, non ditelo più (di M.De Giovanni)


Breve glossario delle frasi che non vorrei mai più sentire:
1) La partita è stata condizionata da episodi.
Perché, quale partita non è condizionata da episodi? Un gol preso a vanvera, col lentissimo centravanti avversario che gira attorno al nostro centrale, è un episodio; l’ennesima palla che capita sul piede giusto del nostro uomo di maggior classe, che puntualmente la tira addosso al portiere, è un episodio; un rigore sbagliato, è un episodio; tre gol subiti da una squadra che ne ha presi una marea ed è in aperta crisi, sono tre episodi. Il calcio è fatto di episodi, come la vita, se è per questo.
2) Sei anni fa eravamo in serie C.
Vero. Ma ventidue anni fa eravamo campioni d’Italia. E la stramaledetta Juventus, salita in serie A insieme a noi e col grande limite di un ciclo completamente sbagliato con Del Neri, ha allestito una corazzata che si avvia a giocarsi lo scudetto fino all’ultima giornata. Quand’è che il passato diventa storia, e non se ne parla più? Grande merito a chi ha riportato gli azzurri al rango che gli compete, ma ricordiamo appunto che questo è il nostro posto; e che sei milioni di tifosi nel mondo garantiscono un gettito di amore, passione e soldi che non dev’essere tanto male, se i bilanci (gestione oculata, per carità, ma anche fatturato) chiudono puntualmente in utile.
3) Secondo il monte ingaggi, siamo al posto che ci compete.
E quindi abbiamo perso sei a zero col Manchester City e col Bayern, cinque a zero col Villarreal, quattro a zero con Milan e Inter. E naturalmente abbiamo battuto passeggiando Catania, Chievo, Novara, Genoa, Bologna, Siena, Parma e via così. Per non parlare del valore incrementale dei nostri giocatori, Hamsik quaranta milioni, Lavezzi trentuno, Cavani cinquanta: o conta solo lo stipendio? E poi, che ci fa l’Udinese lassù? Per favore…
4) La rosa numericamente è soddisfacente.
Numericamente sono in rosa Chavez, Fideleff, Lucarelli, Donadel, Santana. Bastava prenderli dalla strada, siamo convinti che Castelvolturno brulichi di soggetti dal nome esotico e dalla carnagione olivastra che farebbero miglior figura in tribuna o sul campo d’allenamento, se è per questo. Sarebbero costati meno e avrebbero avuto lo stesso impatto sulla stagione, e avremmo anche fatto un’opera di bene.
5) Non vogliamo bruciare i giovani.
E quindi Insigne va a Pescara, e già si programma per lui un secondo anno di purgatorio pur avendo ventun anni, e così Ciano, Sepe, Maiello. Nel frattempo i coetanei o giù di lì Fernandez, Fideleff, Vargas si gettano nella mischia senza aspettare nemmeno che capiscano una parola d’italiano, facendogli perdere ogni sicurezza. Questione di passaporto?
6) Privilegiamo la Champions rispetto al campionato.
E su che basi, si compie questa scelta? Ci sono concrete possibilità di vincerla, la Champions? Ne abbiamo la forza? Sia chiaro a tutti che noi tifosi, se a qualcuno interessa ancora cosa vogliamo, privilegiamo (o meglio, avremmo privilegiato) il campionato. Che quest’anno, per le crisi di identità e l’andamento lento di molte squadre, si poteva anche vincere. Se solo si fosse deciso di giocarlo adeguatamente.
7) Il nostro è un progetto che prevede una crescita costante.
Che tipo di progetto di crescita è quello che, dopo un terzo posto e una partecipazione più che onorevole alla Champions, prevede un piazzamento di centro classifica e forse un’Europa League ricavata dalla coppetta Italia? Eppure i valori tecnici della squadra di quest’anno dovevano essere superiori: l’anno scorso in panca c’era Yebda, che personalmente avrei tenuto, mentre quest’anno abbiamo un ottimo Pandev.
8) La Champions ha risucchiato energie, non essendo la squadra abituata a questo livello.
E perché mai allora si perde o si pareggia, giocando male, anche quando le partite della competizione europea sono così distanti? E soprattutto, i ricambi non erano stati definiti d’estate “più che adeguati” a sopportare lo stress del doppio impegno? E i successi europei non hanno aggiunto consapevolezza dei propri mezzi ed euforia almeno pari alle energie che hanno sottratto?
9)  Gli acquisti – civetta di extracomunitari come Koffi l’anno scorso e Kabine quest’anno servono a poter acquistare nuovi talenti.
E infatti in estate sono arrivati i luccicanti Chavez e Fideleff, senza i quali non so proprio come si sarebbe messa la situazione, quest’anno. Complimenti vivissimi per la lungimiranza e l’illuminata gestione tecnica.
10) In questa città non funziona un cazzo.
Unica frase consentita. Detta da un esperto.

sabato 7 gennaio 2012

Pocho all´Inter ?


domenica 25 dicembre 2011

Scognomando - Il presepe nel pallone di Peppe Giannotti



© foto di Alberto Fornasari
Come ogni anno la Redazione di TN col sottoscritto narra la storia “sui generis” del Natale CREATA coi COGNOMI più strani del mondo del pallone…..buon SORRISO e auguri per un 2012 pieno di…..GOL!
Scesi dal mio PALACIO, tomo TOMOVIC e lasciai l’ESCOBAR degli amici in via CARACCIOLO e tutto PETTINARI con la IBARBO incolta, con la GIACCHERINI e col GILLET e un SAMPAIO di scarpe nuove di zecca mi avviai verso LE GROTTAGLIE del Presepe. La strada era lunga MALONGA assai. Tutto a un PRATTO mi accorsi che faceva un FREY incredibile, speravo di LARRIVEY in tempo per la nascita, la stella cometa mi avrebbe GUIDOLIN verso la meta.
Su di me FLOCCARI di neve rendevano l’atmosfera più ALLEGRI. Giunsi a un BRIVIO, mi ferma un PASTORE un certo PASQUAL che mi chiede ANDUJAR? Arrivai alla Grotta c’era una fila immensa, tutti HANDANOVIC a salutare il Bambino,  io per fortuna ero solo SESTU. Venivano da ogni dove: PISANO, POTENZA, SCIACCA, CASERTA, LODI.
Ecco la massaia che versava ACQUAFRESCA nella BACINOVIC, c’era il FABBRINI che alimentava il fuoco con le PINZI, DA LIMA e i FERRONETTI. C’era il banco del fruttivendolo con PEREZ e LAMELA e altri frutti ACERBI, sentivo il profumo delle CASTAIGNOS e GRANOCHE, che buon odore di PEPE e PINILLA si sentiva nell’aria. Ecco il macellaio che vendeva SPOLLI, mi venne una LANZAFAME tremenda, avrei davvero MANGIAto di tutto. Sentivo le urla di alcuni AGAZZI che inTONIavano i canti DI NATALE, in attesa della MEXES di mezzanotte. Di RADU vedi cose così belle, lungo il percorso un sacco di animali: GATTUSO, VITIELLO, AQUILANI,LLAMA, CANINI, MOSCARDELLI, CORVIA, FARAONI, RANOCCHIA,LUPATELLI, GUANA, GAMBERINI, QUAGLIARELLA, da lontano già scorgevo i RE MOGGI (BABACAR, EL KABIR, HETEMAY), coi loro DIAMANTI e RUBINHO.
Ecco le immancabili pecorelle al PALOSCHI, sorvegliate dal cane da guardia FIDELEFF. Il quale era a CUCKA ma mi abbaiò amichevolmente, e c’erano altri UIKANI che cantavano alla luna. Proseguii e scorsi Donna AMELIA con gli STRASSER, e donna BONERA col MASCARA al punto giusto. Ma ora sentivo dei GEMITI, forse è nato, ma si, JEDA festeggiare, il bimbo è nato. Ora è davvero Natale, TOTTI erano felici, una COLOMBA volò nel cielo, la stella ANTUNES brillava ancor di più, tutti si scambiavano carezze e BACINOVIC, tutti a fare festa MICCOLI e grandi, vecchi e GIOVINCO, si BRINDAO con vino rosso, si beveva a PALETTA. Ma sul più BELLO, ecco all’improvviso CALAIO’ la notte, osservai l’orologio a …STORARI non sono abituato, rimisi il Rolex in tasca(!), finora me l’avevo CAVANI.
Intanto sul CASTELLAZZI, LARRONDO tutta ARMERO sorvegliava sulla Grotta con altri CENTURIONI. Rifeci gli SCALONI, mi STANKOVIC un po’, ma io BYABYANI mi allontanai, feci PJANIC per non svegliare il bimbo, avevo la PELLE’ d’oca, porco BOJAN che emozione, mi rimisi in MORIMOTO e tornai verso casa. BASTA, è stata una vera giornata natalizia.
PISANO, POTENZA,SCIACCA,CASERTA,LODI
Alcuni DONI …NON furono accettati, chissà perché! Ma io non feci PAROLO con nessuno, non si sa HETEMAY, storie brutte del pallone stonano in questi giorni di festa. C’è NESTA da raccontare ancora tanto, ma la VENTURA  si KLOSE qui.
CHIVU..ol essere lieto sia…..auguri amici del Portale!

sabato 24 dicembre 2011

Ci stavano una tedesca, un'inglese e una spagnola di Bruno Marra


NAPOLI, CHE CHAMPIONS!

La Champions dipinta di Azzurro

Ci stavano una tedesca, un’inglese e una spagnola. Non è una barzelletta eppure ci siamo divertiti da matti. Dal 14 settembre al 7 dicembre, tre mesi di emozioni struggenti vissute in apnea. La prima volta del nuovo Napoli nell’Europa dei Campioni, splendida da raccontare, impossibile da dimenticare, ancora viva e intensa da sognare.
Il 25 agosto le palline della fortuna girano nel lusso di Montecarlo. Ma non ci va di lusso. Il Napoli entra nel gruppo A con Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal. L’impatto è da paura. Lo chiameranno il Girone della morte. Il tam tam sembra un rito funebre. Oggi sto tanto allero che quasi quasi me mettesse a chiagnere… Molti pensano che San Gennaro abbia prolungato le ferie. Ma mai maledire le difficoltà, perché sono proprio quelle che ti conducono verso la Felicità.
Napoli sbianca ma poi gonfia il petto, memore di millenni di orgoglio mai sopito. Noi siamo il Regno dei Borboni, quello della nobiltà partenopea. E se i piemontesi non avessero trasformato Francesco II in “Franceschiello” col vil denaro della corruzione, oggi sarebbe tutta ‘nata storia. Ma conosciamo bene le rivoluzioni, ci siamo tolti di dosso barbarie e dominazioni. Abbiamo fatto le quattro giornate. Adesso datecene altre sei, che la leggenda ce la scriviamo ancora noi…
Il 14 settembre è la data con la X su tutti i calendari azzurri. Debuttiamo a casa degli inglesi, al City of Manchester, lo stadio dell’Etihad la flotta aerea dell’Impero di Mansour. I bookmaker non ci danno neppure un euro in mano. Napoli è frastornata, ebbra di attesa ma anche pregna di ansia. La città è deserta poco dopo le 8 di sera. Nell’aria c’è il silenzio spezzato solo dall’eco delle televisioni. Lavezzi fa assaggiare la polvere, li salta tutti e chiude all’incrocio: traversa! La solita sfortuna! Ma no! Ridiamo amici miei che il meglio deve ancora venire. Maggio parte da casa sua, spezza le lancette dei Citizen e arriva fino al cuore della City, tocco per Cavani che battezza la sua prima giovinezza in Champions nell’urlo dei napoletani. Il boato della terra arriva fino a Buckingham Palace e scuote le campane di Westminster. God save the Warriors! Manchesteroi. I Guerrieri siamo noi!
Il City pareggia nel finale ma vibra e rischia di spezzarsi come una corda di violino. Lì il Napoli capisce tutto. Il ballo della debuttante diventa un Tango strascinante. Se questo è il tavolo delle grandi, fateci spazio che ci mettiamo l’abito elegante…
 
Il 27 settembre c’è il debutto del San Paolo sotto le stelle dei campioni: Napoli-Villarreal. E non basta HD, 3D e tutte le dimensioni del mondo per capire che cos’è l'alchimia di Fuorigrotta. Per la prima volta uno stadio s’inventa l’accompagnamento alla musichetta Champions ed il finale da brividi diventa: “Decempions!” cantata da 60mila fratelli. Gargano e Lavezzi si guardano in faccia e sorridono di ardore: grazie per questa maglia, per questa gente, per questo amore.
Li asfaltiamo in 20 minuti. Hamsik segna di biliardo e per la prima volta trascura il ciuffo e mette le mani alle orecchie. Il tuo urlo è il nostro urlo Marek! Palla al centro e Lavezzi fa i buchi a terra. Rigore! Il Matador infila gli spagnoli nell’Arena. Torero, torero, olè!
E’ la prima vittoria del Napoli nella storia della Champions League. E adesso arriva l’Armata teutonica. Il 18 ottobre: il San Paolo mormorò, non passa lo straniero. Segnano prima loro, subito. Ma chi ha paura di morire, muore due volte. Il Napoli sbatte in faccia al Bayern la sua irriverenza. Maggio attraversa l’orizzonte, il Top Gun azzurro sale in volo planare, attraversa il muro del suono e va a fare l’inchino sotto la Curva in delirio. Uno a uno. I tedeschi non muoiono mai? E neppure i Pirati! In apertura di secondo tempo Gomez va a tirare un rigore costruito sull’ipotenusa dall’arbitro portoghese Benquerenca. Morgan chiude l’angolo di 90 gradi, aggancia il pallone con l’uncino ed esulta col pugno al cielo. Napoli-Bayern 1-1, gol di Maggio e De Sanctis!
Napoli imbattuto dopo 3 giornate. La città è in fermento. Ma ora si va in terra di Germania, jawhol! E’ il 2 novembre, il giorno successivo a Tutti i Santi. Quelli che vengono giù dal calendario dopo 40 minuti: il Bayern è avanti 3-0. Farà pure freddo, ma il cappotto lo andate a fare a qualcun altro. Perché questa è la notte di Federico Fernandez, un obelisco di 22 anni che fa tremare i polsi ai tedeschi e mette i termosifoni nella curva napoletana. Il Flaco diventa Falco e vola nel cielo della Baviera per ben due volte: 3-2! Nessuno aveva ancora segnato due gol in una sola partita all’Allianz quest’anno. Teutonici loro, leoni noi!
Perdiamo, ma aver spaventato il Bayern ci dà una certezza inossidabile. Intanto il Manchester vince al 93esimo col Villarreal con l’ultimo gol di Tevez, il dissidente. E apre le porte alla Grande Sfida. Napoli-City: uno è di troppo. Il San Paolo è la Collina degli Stivali. Si gioca il 22 novembre. La fantasia disegna il match come la disputa tra Davide e Golia. I Guerrieri contro i Miliardari. La fionda ce l’abbiamo noi e scagliamo la prima pietra con uno splendido colpo di nuca di Cavani. Pareggia Balotelli e fa il grugno duro, a distanza di sicurezza di chi non può appenderlo al muro. Il tempo è galantuomo. Cambiamo campo ed arriva il Cavani bis, tiro al volo che sfonda il sismografo di Fuorigrotta. Napoli è l’epicentro della Gioia. Finisce così. L’urlo di Fuorigrotta esplode come un orgasmo. Sex and the City. Salam Aleik! Gli Emirati sono qua, fate onore a Pasqualino Maragià. Orgoglio, virtù e genialità fanno veramente l’uomo ricco. Il cielo d’Europa illumina il sorriso di Totò Sceicco!
Ne manca una sola per il Trionfo. Ed è la Corrida. Napoli si sveglia con un solo pensiero: vamos a ganar nell’Arena del Madrigal. E così va. La data è già mito: 7 dicembre 2011. La città trattiene il fiato. Dopo un’oretta di passione Mazzarri dice a Nilmar: fatti più in là. Ed è la scossa. Gokhan esprime il primo desiderio con un gol che vale il ruggito del Re della Foresta. E poi Marek la chiude così come l'aveva aperta da Fuorigrotta a Vila Real. E' azzurra la movida, nel balsamo della torcida. Apriteci le porte della Gloria. E’ la notte delle stelle, è la notte della Storia.
Avanti Napoli! Ci rivedremo con il Chelsea il 21 febbraio. Una settimana dopo San Valentino il San Paolo sarà ancora la culla della Passione, Fuorigrotta in un solo Osanna, il battito di sessantamila cuori e una Capanna.
Perché questa è la nostra favola, fratelli di arte e rivoluzione. Ed in questi giorni che spalancano la porta dell’amore, stringiamoci forte come solo noi sappiamo fare. In un abbraccio o in una lacrima, in una preghiera o in un sussurro. Siate felici, il nostro cielo sarà sempre azzurro…
FONTE: BRUNO MARRA PER SSCNAPOLI.IT

lunedì 19 dicembre 2011

San Paolo Chiuso per Sfiga (Benedizione in corso....)


Dopo quello che è successo ieri ....e dopo i commenti di Mazzarri... inutili sono i tentativi dei tifosi di acquistare i biglietti per Napoli-Genoa.... almeno fino a quando non verrà effettuata la necessaria ed opportuna BENEDIZIONE  !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Dopo il "trattamento" da parte dell' Arcivescovo di Napoli , verrà ripresa le vendita dei biglietti che comprenderà un gentile omaggio da parte della SSC Napoli ai tifosi Napoletani...


giovedì 15 dicembre 2011

Il cavallo di ritorno....... di Gianni Puca


Clamoroso epilogo della vicenda relativa alla cessione di Quagliarella dal Napoli alla Juventus. La società piemontese, negli ultimi due anni, ha preso in prestito ben trentasei calciatori, per riscattare i quali si è ritrovata con un buco nel bilancio superiore al debito pubblico del Burundi. All’ultimo consiglio di amministrazione, pertanto, è stato deliberato non solo di cedere Marchionne alla Skoda e di mettere in cassa integrazione Marotta e Paratici, ma di rinunciare, seppur a malincuore, al riscatto di alcuni dei fiori all’occhiello dell’ultima campagna acquisti.

In verità, Agnelli, fino all’ultimo, aveva cercato di convincere De Laurentiis ad accettare, al posto delle ultime rate relative all’acquisto di Quagliarella, un carico di Fiat Dune a chilometri zero. Al secco rifiuto di De Laurentiis, il presidente juventino ha rilanciato offrendo Toni e Iaquinta, sortendo però una reazione ancora peggiore. Il presidente partenopeo, infatti, ha risposto all’omologo juventino che, grazie a Dio, l’emergenza rifiuti, a Napoli, da qualche mese è stata risolta, e che quindi non aveva bisogno di altri due bidoni. Da Torino, tuttavia, è giunta la clamorosa notizia che la Juve, considerate le difficoltà economiche, si trovava dinanzi al quasi amletico dilemma di scegliere tra il riscatto di Quagliarella e il lancio sul mercato della nuova Ritmo. Di ieri è il fax pervenuto al Napoli in cui Agnelli invitava la società partenopea a formulare un’offerta per riprendersi il bomber di Castellammare.
Considerati gli impegni di Bigon per la campagna acquisti di gennaio, essendo De Laurentiis occupato con la promozione del nuovo cine-panettone, e essendo indisponibile anche Chiavelli, causa il battesimo di un nipote, è stato il magazziniere del Napoli ad intavolare la trattativa con la società torinese. L’accordo è stato trovato in pochi minuti. La Juve ha restituito Quagliarella al Napoli, che ha trattenuto le rate già pagate, che corrispondevano quasi all’intero importo concordato. Non sono state comunicate le cifre ufficiali, ma pare che Quagliarella sia costato all’incirca quanto una Fiat Panda. Il calciatore, dopo aver constatato che Conte gli preferisce addirittura Extigarribia, ma soprattutto dopo l’accoglienza calorosa ricevuta poche settimane fa al suo ritorno al San Paolo, si è detto felice di tornare a casa e che il Napoli è uno step più avanti.
L'accordo ha soddisfatto tutte le parti in causa. Il Napoli ha trovato il vice Cavani a costo zero e potrà quindi investire i proventi della qualificazione Champions per l'acquisto di un grande centrocampista e di un difensore di levatura internazionale. La Juve non ha dovuto più cedere Marchionne alla Skoda e Quagliarella si è detto entusiasta della riuscita dell'affare, salutato da qualche sapientone come "il cavallo di ritorno". Il bomber stabiese, tra l’altro, ha ammesso di essersi pentito da subito di essere andato via dalla sua città, e ha confessato che lui non sapeva che a Juventus non ci fosse il mare.

domenica 11 dicembre 2011

La "Bolletta" di San Gennaro (ovvero “In the soul of your dead relatives”!) di Gianni Puca




“Gennà, ma tu giochi la bolletta da tifoso; è per questo che non vincerai mai una lira”, osserva Ciro, scrutando i pronostici del collega. “E poi il Padreterno ci ha detto mille volte che a noi sono severamente vietate le scommesse”, incalza Ambrogio. “Mamma d’’o Carmene, ma chisto so’ proprio doje ciucciuvettole. Fatevi i fatti vostri, e vi raccomando, non dite niente a Giuda”. “Ma addirittura il risultato esatto”, commenta Ciro. E poi, secondo te, l’Inter perde in casa con il CSKA?”, insiste Ambrogio. “Uè, sentite, se non tenete niente da fare, andatelo a fare da qualche altra parte”, li congeda Gennaro con  tono irritato. “Ambrò, e poi ti avevo chiesto la cortesia, quando gioca il Napoli, tu e Siro non vi dovete proprio far vedere; io non ci dovrei credere a certe cose, ma voi purtate proprio seccia”!
Intanto a Manchester, lo sceicco Mansur, dopo una notte d’amore con dodici amanti, si sveglia tutto allegro e canta: “We all live in a yellow submarine, yellow submarine, yellow submarine”. Tiene la faccia del gatto che ha già mangiato il topo. La sera prima della partita è stato a cena con un tedesco, un norvegese e uno spagnolo, che gli avevano assicurato che i suoi forti investimenti non sarebbero stati vani. Ci era rimasto male solo per il fatto che, mentre il tedesco e il norvegese si erano fidati della sua parola, e avevano concordato di rivedersi giovedì a pranzo, lo spagnolo aveva preteso un congruo anticipo.
Intanto, dopo anni di dominazione spagnola a Napoli, avviene un clamoroso capovolgimento storico. Vila Real, una città spagnola viene invasa dai napoletani e diventa completamente azzurra! Sulla cattedrale, sin dalle prime luci dell’alba, compare una bandiera del Napoli.
I tifosi dei Citizens sono convinti del passaggio del turno e alle sette di mattina sono già tutti ubriachi a cantare per strada: “We are the Champions”. I napoletani residenti a Manchester gli mandano silenziose bestemmie partenopee e parte in inglese, ma la scaramanzia impone il silenzio. A Napoli la gente si incontra per strada, si saluta e comunica con lo sguardo, ma nessuno dice una parola. I napoletani sono tesi come corde di mandolino. Sono carichi, hanno ettolitri di adrenalina che scorre nelle loro vene, ma quando si ha un appuntamento con la storia è inevitabile essere tesi.
Gianni, Gino e Maurizio sono partiti per la Spagna a bordo di un sottomarino rubato. Lo aveva rubato al nemico uno zio di Gianni, durante la seconda guerra mondiale, ed era ancorato sott’acqua, a Mergellina. I tre viaggiano tutta la notte, ma senza chiudere occhio. Gino continua a ripetere: “Io confido nel Bayern. Inglesi e tedeschi storicamente non sono mai stati alleati”. “Maurizio controbatte che tutti sono alleati dei petroldollari”. Gianni è d’accordo con entrambi, anche se le tesi sono apparentemente contrastanti; ma lui pensa che il Destino sarebbe stato troppo crudele se avesse portato milioni di malati fino a Lourdes per farli poi annegare nella fontana. Lui è da domenica che non parla, ma tiene un vulcano dentro. Chiude gli occhi e vede tutto azzurro. Poi li riapre e vede pescetti di tutti i colori che bussano ai finestrini del sottomarino.
Il Madrigal è la prova della recente dominazione napoletana in Spagna. I quattro terzi degli spettatori sono napoletani. Non è stato difficile per i napoletani spacciarsi per spagnoli, fare residenze false tra Valencia e provincia per acquistare anche i biglietti destinati al pubblico di casa. Gennaro sente la formazione del Villareal e si chiede se Bruno Soriano sia figlio di Filumena Marturano. Poi ascolta alla radio la formazione del Bayern, che schiera nove riserve a Manchester, e si chiede se Jupp Heynches non sia figlio di qualche collega tedesca della Marturano. Quando il City passa in vantaggio, sei milioni di bestemmie, in idiomi diversi, si levano nell’aire. In un condominio di Oldham street, dal quattordicesimo piano, parte un urlo che si sente nei restanti trentasei: “In the soul of your dead relatives”! Maurizio e Gino si guardano sconsolati. Gianni urla in silenzio. Mazzarri, intanto, sta per sostituire Inler, quando un calciatore spagnolo gli si avvicina a bordo campo. Per la prima volta nella storia, un allenatore commette un fallo da espulsione su un calciatore. Pochi minuti dopo, Gokhan Inler, che aveva segnato l’ultimo goal proprio al Napoli, e che da allora aveva mostrato una precisione non superiore a quella di Gargano e Sola, lascia partire un missile terra - acqua che buca il sottomarino giallo! Ciro guarda Gennaro, che gli fa l’occhiolino e poi comincia a correre sopra ai sediolini di tutto lo stadio. Maurizio si ritrova in braccio a Gianni, che a sua volta si ritrova in braccio a Gino, che sente immediatamente che dovrà cambiare il disco alla propria ernia. Mazzarri, in tribuna, bacia uno spagnolo sulla bocca, che subito dopo gli chiede di sposarlo. Il Madrigal sembra una succursale dei quartieri spagnoli, le tribune tremano. Gianni si vede già sul prato, insieme a tutti gli altri, gambe all’aria. Ma per fortuna questa volta la tribuna non cede. Napoli esplode di gioia. Nelle regioni confinanti si pensa ad un terremoto, ad un esplosione del Vesuvio, e invece è semplicemente passato in vantaggio il Napoli!
Mentre lo sceicco si chiede come mai lo spagnolo con il quale era stato a cena la sera prima avesse un marcato accento napoletano, su un calcio d’angolo di Lavezzi, Marek Hamsik si fa trovare puntuale all’appuntamento con la Storia. Sugli spalti comincia a piovere. Ma sono solo lacrime di gioia! I sei by-pass di un ultrà napoletano vengono ritrovati a Valencia, il tifoso del Napoli del quattordicesimo piano del condominio di Oldham street viene ritrovato al terzo piano, dopo aver sfondato i solai intermedi, che non avevano retto al peso della sua gioia e neppure a quello dei suoi duecentoventi chili. Peppe era a teatro, ma  quando ha sentito dalla radiolina che Hamsik aveva raddoppiato, scende dal palco e corre ad esultare tra il pubblico, che crede che la scena faccia parte del copione.
L’arbitro norvegese, che pure aveva fatto la sua parte, chiudendo due occhi su un fallo di mano in area di uno spagnolo e su un paio di falli da espulsione, pensa che dovrà pagare il doppio della caparra per un certo compromesso che, suo malgrado, non potrà più onorare.
Al 95’ minuto, si scopre che i napoletani sparsi per il mondo sono davvero tanti. Tutto il mappamondo sembra più azzurro. Mazzarri non si ferma in sala stampa e ritorna a casa a bordo del sottomarino rubato con Gianni, Maurizio e Gino, che cantano ubriachi di gioia: “We all live in a yellow submarine
yellow submarine, yellow submarine”. Annunziata, a New York, incurante del fuso orario, mette Pavarotti a palla, che canta “Nessun dorma”! Francesca, a Dubai,  dal balcone di un hotel dello sceicco, intona “Caravan Petrol”. A Monaco di Baviera, uno striscione avvolge l’intero Allianz Arena: “88-17 Ham(b)sik sulla ruota di Napoli”. Gaetano, pilota dell'aereo che alle quattro del mattino riporta la squadra a casa, vede una marea umana all'aereoporto di Capodichino che aspetta i propri beniamini e gli sembra di non aver mai volato così in alto, anche se sta atterrando.
Gennaro, intanto, con un turbante in testa scorazza per via Caracciolo in groppa ad un cammello e, con un binocolo a tracolla e con in mano una bolletta, canta “M’aggio accattato ‘nu cammello”! 

martedì 6 dicembre 2011

"A te, Marek Hamsik"... di Pietroalessio di Majo


e speriamo che porti bene !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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A te, che da un po’ di tempo sei latitante,
ma che di gioie ce ne hai regalate tante,
a te, che sei bravo, giovane e slovacco,
non chiediamo rovesciate o colpi di tacco,
ma solo quello che tu, grande Marek, sai fare:
tirare forte o preciso per poi la rete gonfiare…
A te, che sarai anche un professionista esemplare,
ma le tue giornate di grazia son diventate un po’ rare,
a te, che, sarà pur vero, corri, difendi e non ti risparmi,
ma che ben altre emozioni sai bene che potresti darmi,
chiedo una cosa complicata, ma non proprio impossibile:
uno dei tuoi bolidi terra-aria, che sia davvero imprendibile,
affinché si possa tornare a cantare il tuo nome a squarciagola,
affinché si torni tutti a pensare che: “Con Marekiaro si vola”.
A te, Hamsik, chiedo un grosso favore, ne sono consapevole,
ma ultimamente sei sembrato fiacco, oserei dire arrendevole,
ed è per questo che, per non sottrarmi alla recente scaramanzia,
sono qui a scriverti, tra un'imprecazione e, si spera, una profezia:
buttala dentro, Marek, fallo questo mercoledi’,
perché sarà difficilissimo scegliere un miglior di’.
La partita dell’anno può essere l’occasione perfetta
Per abbandonar la via tortuosa e riprender la retta

martedì 29 novembre 2011

L'ombrello di Mazzarri, rapimento di Quagliarella di Gianni Puca

IL CIUCCIO CHE VOLA

 “Io uno come Denis non lo avrei mai fatto andare via”, ripete per l’ennesima volta Gennaro mentre inserisce la quinta alla vecchia Ritmo. “Ma se tu bestemmiavi Saint Denis ogni volta che si mangiava un goal lui e la porta”, replica Gaetano. “Ma che vuol dire? Però si impegnava, entrava a partita in corso e una volta segnava, una volta faceva un assist. Usciva dal campo sempre con la maglia sudata. E poi Saint Denis è uno stadio francese.” “Ma quello è stato lui che se ne è voluto andare”, si inserisce Vincenzo, cercando di mediare. “Quando uno tiene un contratto, tiene un contratto. Perché quei cadaveri che ci erano rimasti sullo stomaco dalla serie B, e che nessuno ha voluto manco gratis, non li abbiamo pagati lo stesso? Avevano un contratto e i contratti vanno rispettati. Chi protesta va multato e spedito in tribuna fin quando non viene a miti consigli”, ribadisce Gennaro, sempre più infervorato. “Ha ragione..,”, concorda Peppino, “…noi stiamo pagando ancora Rinaudo, che non sappiamo manco se è vivo o è morto. La Juve ci ha fatto il cavallo di ritorno”. “Comunque Denis oggi non vede nemmeno il pallone”, profetizza Gaetano. Al goal di Denis, Gennaro evoca nuovamente il santo che ha dato il nome allo stadio francese inaugurato durante i mondiali del ’98. Gaetano diventa giallo come la maglietta di Campagnaro, che nel frangente, per come striscia il pallone, più che un terzino sembra Capitan Ventosa. Qualcuno pensa che sia la maledizione di Aronica che si abbatte su tutti coloro che vengono schierati nel suo ruolo. Grava, Britos, Ruiz, Fideleff… Domizzi, tutti quelli che hanno occupato quella zona del campo si sono imbattuti in infortuni di gioco, fisici e… vabè, sorvoliamo. E sabato è toccato a Campagnaro, che prima ha preso una gomitata in faccia e poi ha provocato il goal di Denis. Il Napoli, però, non meritava di perdere a Bergamo, sia per l’equilibrio che si era visto in campo, sia per i soliti cori beceri e razzisti piovuti dallo stadio padano, che meritavano di rimanere strozzati nelle gole della minoranza deficiente che getta fango anche sulla maggioranza perbene dei bergamaschi. La reazione di Mazzarri sarà stata antisportiva, ma a Bergamo aveva cominciato a piovere subito dopo il goal di Cavani. Questo le tv padane non lo dicono. Mazzarri, che aveva già mal di gola per l’esultanza seguita ai goal di Cavani contro il Manchester, ha aperto l’ombrello. Ma quanti napoletani presenti allo stadio sabato hanno aperto l’ombrello per proteggersi dalla pioggia e dai cori squallidi che piovevano dagli spalti? Anche noi da casa, diciamolo, abbiamo aperto l’ombrello. “Un pareggio a A-ta-lan-ta non è da buttare sentenzia Gennaro”, mentre la Ritmo sbanda in una curva. “Martedì la partita contro la Juve sarà uno spettacolo nello spettacolo”, osserva Vincenzo, proprio mentre alla radio danno una notizia clamorosa. “Subito la gara con la Lazio, un commando di quattro persone mascherate, di bassa statura, ha rapito il calciatore della Juventus Fabio Quagliarella. Per il riscatto è stata chiesta la somma di undici ottilioni di dollari, pagabili in dodici rate. Il riscatto, secondo la lettera anonima lasciata dai rapitori sulla panchina della Juve, dovrà essere pagato a mezzo bonifico bancario su un conto intestato alla Banda Bassotti e il calciatore, in caso di pagamento della prima rata, sarà rilasciato martedì sera, verso le 23.00.Gli inquirenti sostengono che dietro la fantomatica Banda Bassotti, si nasconda in realtà il noto pregiudicato "Ignazio detto il torchio". Non si esclude, tuttavia, la pista della simulazione del rapimento da parte del calciatore stesso, che pare sia stato visto allontanarsi insieme a Toni e Iaquinta, che pure risultano scomparsi. Il prefetto, in un intervista rilasciata alla carta stampata, ha dichiarao che faranno di tutto per ritrovarlo prima di martedì sera e che la partita, l'aveva rinviata apposta per consentire a Quagliarella di giocare a Napoli".